Tremenza libri / Mi sono innamorata di Alessia Gazzola (L’Allieva)

21 Ago

Se l’estate 2015 era stata segnata, per me, dal quarto capitolo (apocrifo) della saga di Millennium e dal giallo dell’estate La Ragazza del treno, i mesi caldi del 2016 mi hanno fatto appassionare ai libri di Alessia Gazzola. A tutti i libri: uno migliore dell’altro.

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Ho iniziato con l’ultimo, Non è la fine del mondo, Feltrinelli, deliziosa commedia rosa con un pizzico di acidità e snobismo che mi ha fatto innamorare della prosa di questa giovane scrittrice e medico legale catanese, 34 anni, con il viso paffutello e la penna avvelenata. Tanto che ho sentito subito la necessità di andarmi a leggere i precedenti libri, quelli che le hanno dato la popolarità. Si tratta della saga di Alice Allevi, medico legale come l’autrice, giovane specializzanda pasticciona e distratta che dietro l’aria svampita nasconde un intuito brillante ed è ficcanaso al punto giusto da riuscire a risolvere molti casi misteriosi.

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La saga dell’Allieva (edita da Longanesi) ha una doppia anima: da un lato sono gialli costruiti divinamente e appassionanti, tanto che Alice, la protagonista, è stata ribattezzata la “Key Scarpetta italiana”;dall’altro sono commedie rosa alla Bridget Jones, leggere ma non stupide. Alice ha meno di trent’anni e in amore non è fortunatissima (al contrario dell’autrice, che è sposata e con due bimbi piccoli): è attratta dal suo capo, il Dottor Claudio Conforti, sexy e sadico al pari livello, che la tratta come una mentecatta (almeno agli inizi) ma quando la guarda con quel leggero strabismo all’occhio sinistro lei non capisce più nulla (e nemmeno io). Ma c’è anche Arthur, giovane e appassionato giornalista allergico alle relazioni stabili e alla vita sedentaria, dolce ma irraggiungibile, e pure figlio del Grande Capo di Alice, detto Il Supremo.

La Allevi è una specializzanda in Medicina Legale, a Roma, ma le autopsie le fanno impressione. Non è sicura che quella sia la sua vera vocazione ma ce la mette tutta; quando si trova di fronte ai misteriosi omicidi dei quattro libri della saga (più un prequel, Sindrome da cuore in sospeso), lei non si limita ad analizzare i dati scientifici ma fa un passo in più: formula ipotesi, fantasiose ma spesso sensate, domanda, indaga, e infatti si trova spesso a collaborare, in forma più o meno lecita e ufficiale, con il capo della polizia, il dottor Calligaris.

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Secondo Luciana Littizzetto la saga dell’Allieva “fa morire dal ridere”. Ogni tanto nel mezzo delle pagine dense di omicidi, testimonianze e rivelazioni drammatiche la scrittrice infila una battuta e mi trovo a ridere da sola. Lo stile di Alessia Gazzola è ironico, asciutto ed essenziale. Dal mio punto di vista è una droga e sono felice di avere contagiato, in pochi giorni, anche la mia amica Veronica e mia zia Carla (e forse, dopo questo post, altri quattro gatti).

Dopo l’Allieva arriva Un segreto non è per sempre, forse il migliore tra tutti. Seguono Le ossa della principessa e Una lunga estate crudele, che devo ancora leggere.

Non nascondo che sapere che l’Allieva avrà anche una versione televisiva, ovvero una fiction in onda nei prossimi mesi su Raiuno prodotta da Endemol, in cui il mio eroe nonché uomo ideale Lino Guanciale (Una grande famiglia, Non dirlo al mio capo) vestirà il panni del figo imperiale Claudio Conforti, sia stata una ulteriore spinta per appassionarmi alla saga.

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Alessia Gazzola (a destra) con Alessandra Mastronardi, che darà il volto in tv ad Alice Allevi

 

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Lino Guanciale nei panni di Claudio Conforti

 

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