Arisa e i finti eterosessuali

19 Mar

Nella brillante intervista oggi sul Fatto quotidiano, la cantante Arisa dice a Selvaggia Lucarelli molte cose gustose, ma una mi ha colpito più di tutte e mi fa capire che Rosalba Pippa sembrerà tanto stramba (e probabilmente lo è) ma a volte tira fuori bagliori di lucidità che non ti aspetti.

Arisa confida che ormai, prima di uscire con un uomo, gli chiede “Sei eterosessuale?” perché lei, e non solo lei, dopo i 30 anni di tempo da perdere non ne ha.

arisa

La domanda di Arisa ai tizi che conosce potrebbe sembrare stupida, ma non lo è. Uno potrebbe pensare: se un uomo ha un appuntamento con una donna che corteggia è per forza eterosessuale. Invece col cavolo.

Allora. Io sono la persona più distante dall’omofobia che voi possiate immaginare. Ho più amici gay di Donatella Rettore e Anna Dello Russo messe insieme. Se vi mostrassi la cronologia delle mie telefonate in entrata potrei sembrarvi la centralinista della redazione di Babilonia. Non ho niente contro i gay, e ci mancherebbe, ma io finti eterosessuali proprio non li capisco. Non capisco perché si ostinino a uscire con le donne, non comprendo cosa vogliano dimostrare.

Prima di tutto perché dopo i 30 anni sfido chiunque a non avere le idee chiare in fatto di gusti sessuali e perché, in seconda istanza, succede  che siano le donne che escono con gay a rimanerci male per l’inevitabile freddezza di questi ultimi. Magari si sentono non abbastanza belle, non abbastanza brave, interessanti o piacevoli, quando invece la causa del cortocircuito è di qualcun altro. Di cripto gay sono piene le app per incontri etero, e questo rientra tra i misteri della fede che la mia intelligenza non può (e non vuole) capire. E mi ci metto nei loro panni. Ma penso che se avessi dubbi come questi andrei dallo psicologo, uno bravo,  non mi metterei a fare Rocco Siffredi.

Magari voi avete una spiegazione.

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