Non dirlo al mio capo: trionfo di ascolti, fiction discreta
29 Apr
Nel tentativo della Rai di svecchiare la sua fiction, dopo E’ arrivata la felicità e Tutto può succedere, si inserisce Non dirlo al mio capo, con Vanessa Incontrada e Lino Guanciale. Ma va detto subito: il tentativo è meno riuscito dei precedenti, nonostante vada registrato il record di ascolti, un diluvio di sei milioni e mezzo di persone e il 26 per cento di share.
Tanto di cappello, assolutamente. I temi della fiction sono la maternità, il tema delle donne divise tra i lavoro e i figli e la famiglia: genitori, figli, traumi, dolori, incomunicabilità.
La serie è ambientata a Napoli. Vanessa Incontrada è Lisa, una donna ricca che quando il marito muore in un viaggio di lavoro a Parigi (con tanto di amante) si trova senza più soldi e con due figli da crescere. Non è facile adattarsi alla nuova situazione; lei è una pasticciona, ma buona, e ha la sfortuna di non riuscire a trovare lavoro perché i capi difficilmente assumono donne sole con prole.
Mentendo sull’esistenza dei figli, dunque, riesce a farsi prendere da un avvocato: bello, cinico e maschilista, è interpretato da un Lino Guanciale convincente, talentuoso e molto, molto sexy (sono sua fan). Il capo, Enrico Vinci, tratta Lisa come Miranda Prestley trattava Andrea nel Diavolo veste Prada, ma è abbastanza evidente l’attrazione tra i due. Personaggi di contorno, un po’ troppo caricaturali: Giorgia Surina avvocatessa in carriera e Chiara Francini, la vicina divorziata frivola e sempre alticcia.
Con quel trionfo di ascolti, la Incontrada è la nuova regina della fiction Rai. Non dirlo al mio capo, tutto sommato, non è male. Anche se alcune cose sono stucchevoli e, ancora, molto “Raiuno”: l’insistenza sui rapporti genitori-figli, alla ricerca della lacrimuccia, il ragazzino malato, il dramma segreto di Guanciale, il buonismo. C’è anche una scena molto trash e (penso involontariamente) comica, quella in cui Vanessa fa un massaggio con i piedi al suo boss, per tentare di sbloccargli la schiena. Mah.
Penso comunque che la seguirò. C’è di peggio.
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