La Rai censura scene di sesso gay. Nel 2016

9 Lug

Vi dico la verità. A volte alcuni eccessi di spettacolarizzazione gay mi infastidiscono, ma come tutte le spettacolarizzazioni, si intende. Non sempre mi trovo d’accordo con alcune battaglie dei movimenti omosessuali, ma questo è un fatto diverso: si tratta di censura, da parte della Rai, di alcune scene di sesso gay in una serie tv in prima serata. Tra l’altro, by the way, di un prodotto di altissimo livello, firmato da un genio dell’intrattenimento come Shonda Rhimes: la Rai compra i diritti e lo fa a pezzettini? Basterebbe questo per urlare allo scandalo (come se compri un film di Kubrik e poi tagli le scene forti, una bestemmia).

Forse il mio è più il lamento di una appassionata di serie che di una appassionata di gay, ma è uguale.

Ma vediamo quello che è accaduto nelle ore scorse. Nell’Italia che approva la step child adoption, nel 2016, nella Raidue guidata da Ilaria Dallatana, ex braccio destro di Giorgio Gori, sindaco Pd di Bergamo, viene tagliata una scena di Le regole del delitto perfetto, serie firmata dalla pluripremiata autrice e produttrice Shonda Rhimes, la stessa di Scandal e Grey’s Anathomy.

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Come hanno notato in molti, forse perché era già andata in onda “intatta” su Fox, le prime tre puntate della serie sono state “depurate” della parte che metteva in mostra scene di sesso gay tra due dei protagonisti, Connor e Oliver. Lo stesso Jack Falahee, l’attore che interpreta Connor, ha appreso la notizia e ha scritto immediatamente su Twitter domandando se in altri paesi, oltre l’Italia, le scene fossero state tagliate.

Le proteste del web sono state immediate e furibonde. “E dopo Brokeback mountain, la Rai censura pure le scene tra due gay dei Le regole del delitto perfetto. Facciamo un passo avanti in sto paese”, scrive un telespettatore, “con le unioni civili, e poi ne facciamo cento indietro con ste censure manco fossimo nel Medioevo. ‪#‎Raiomofoba‬”.

Ilaria Dallatana ha risposto sul Fatto.it che il taglio era dovuto a “un eccesso di pudore dovuto alla sensibilità individuale di chi si occupa di confezionare l’edizione delle serie per il prime time“.

Forse le polemiche si fermeranno qui, forse no. Diciamo che se fosse accaduto nella Rai berlusconiana sarebbe successo il finimondo.

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