Giuliana De Sio: “Attacchi di panico a Ballando con le stelle, ecco perché”
22 Mar
La mia intervista su Libero a Giuliana De Sio.
Giuliana De Sio riflette sui suoi drammi recenti, una sequenza di lutti e ferite che avrebbero demolito chiunque, ma non si piange addosso. Parla delle pieghe malinconiche della sua vita ma mai con tono vittimistico. Gli altri la vedono come una dura, ma lei non si ritrova. L’ attrice salernitana è indomabile ma desiderosa di normalità. Protagonista di tante fiction Mediaset in ruoli estremi – la cattiva, la prostituta – ad aprile compirà 60 anni ma ne dimostra venti in meno: il fisico è asciutto, il viso tonico, è più sexy di una ventenne.
Ballando con le stelle, ogni sabato sera su Raiuno, la sta mettendo a dura prova, le fa affrontare le sue paure. All’ inizio sembrava vincessero loro, prima di esibirsi ha sempre negli occhi un’ espressione di terrore «come se avesse visto Guillermo Mariotto nudo sotto la doccia», ha notato efficacemente Selvaggia Lucarelli, ma settimana dopo settimana la situazione si sta ribaltando. A fatica.
Giuliana, è stanca?
«Stanca è un eufemismo.
Non avevo mai fatto un’ esperienza così dura nella mia vita.
Mai più lo rifarei, ma ormai ci sono dentro».
Perché ha accettato?
«Una voce mi ha detto: “Fallo”. Milly Carlucci me lo chiedeva da quattro anni. Non avevo capito che la mia vita sarebbe finita, almeno fino a maggio. Ho sempre seguito l’ istinto, che mi ha portato o all’ inferno o in paradiso. Un’ eterna lotteria, non so mai se sono le forze del bene o del male che mi spingono».
E stavolta?
«All’ inizio ero angosciata, mi sono ripresa. Volevo crescere, rompere i soliti meccanismi, a Ballando ho fatto un bagno di umiltà: mi hanno insultato e maltrattato. Do l’ immagine della persona forte ma non sempre credo in me stessa».
Prima di ballare è terrorizzata, praticamente in apnea. Perché?
«Ho paura e attacchi di panico. Sapete, anche io sono umana, come sono stata costretta a spiegare davanti alle telecamere. Come attrice ho fatto di tutto, cambiato personaggio, epoca, età, idee politiche. Sono affamata di esperienze per creare movimenti interni, spezzare la quotidianità».
Per non sentire il vuoto?
«Già. Ho tanti amici e persone che mi vogliono bene, ma la mia vita in un certo senso è vuota, dal punto di vista classicamente affettivo. Non ho creato una famiglia mia, non ho figli, mia madre se ne è andata un mese e mezzo fa. Mio padre non sta bene, il mio ex compagno è morto di infarto tre giorni dopo la scomparsa di mia madre».
È già tanto che riesce a stare in piedi, allora.
«Ecco, sono in un momento di grande fragilità. E su quel palco televisivo sono crollata. Io. Mai avrei pensato che una come me avrebbe potuto dare spettacolo».
Ha mostrato la fragilità. Non è un difetto.
«Sono arrivate lettere, messaggi. La giuria, forse pensando che io fossi quella forte, ha voluto stupire, mi hanno insultata, se la sono presa con me con violenza. Poi si sono scusati, capitolo chiuso».
Insomma, girare un film o una fiction è più facile.
«Fa più bagaglio questo talent che una serie o una cosa inutile fatta solo per denaro e per riempire il tempo. Cosa che mi è capitato. La mia politica è sempre stata quella di accettare i lavori e, se poi non mi piacevano, per rispetto del pubblico, li portavo avanti con onore e credibilità. Non sempre puoi fare quello che vuoi».
Si sente sottovalutata dalla tv o dal cinema?
«No. Ma sono sempre in attesa di una bella proposta per il cinema – forse sono sulla strada buona – o dalla tv di un certo livello. Ho fatto sceneggiati con Comencini, Le Mani Sporche con Mastroianni, La Piovra. Il mio primo ruolo a 18 anni, la biografia di Sibilla Aleramo, fece 20 milioni. Ho vinto sei Telegatti e un David di Donatello. Vorrei che la cosiddetta “intellighenzia” mi guardasse con meno puzza sotto il naso».
Forse ha fatto scelte troppo popolari?
«Non solo. Ho fatto un tragitto brillante. Faccio teatro. Gli intellettuali di un tempo li conosco, erano diversi. Venivano dal basso, univano il sacro e il profano, si divertivano anche davanti a un film di Ciccio e Franco. Oggi c’ è una casta, si sentono superiori».
Che ruolo le piacerebbe?
«Una bella storia d’ amore, magari. Quella della cattiva è un’ etichetta che non conta. Ho recitato personaggi indifendibili che mi hanno divertito da morire. Sto sempre in bilico tra il tragico e il comico, una cifra difficile che mi ha salvato in tante occasioni, per ultima Il bello delle donne che non sta andando bene su Canale 5 e vira verso il trash. Vorrei un regista che mi porti nel suo mondo. Ho lavorato con Strehler, Wertmuller, Comencini, Lizzani. Ho voglia di un copione all’ altezza, di non dovere, per una volta, correggere le battute perché sono indicibili. Sembro snob?».
Sembra sincera.
«Meno male».
Visto che Ballando è in Rai, spera in qualche proposta di fiction?
«La Rai non mi chiama da 20 anni, io sono qui».
Ad aprile fa 60 anni. In tv è apparsa con una tuta traforata e pellata che ha mostrato un fisico poderoso. Come fa?
«Ma che ne so. Prima o poi diventerò vecchia pure io, spero non tutto di colpo. Ballando mi sta facendo scomparire. All’ inizio pesavo 53 chili, ora 49. Mangio di tutto tranne le fritture. Salto il pranzo: non ho tempo. Sono astemia, non fumo».
Scusi, quali sono allora i piaceri della sua vita?
«Il tennis, che mi manca da morire. La mia casa davanti alla spiaggia, le camminate in primavera. Ma mi manca un abbraccio vero».
Parliamo d’ amore.
«Questo è un momento storico drammatico. In futuro verrà studiato dagli antropologi. Nelle relazioni oggi si fa di tutto per fuggire in un’ altra dimensione. Chi si rifugia nel cibo, nel salutismo, nel vegano, chi diventa dipendente dai rapporti virtuali, chi diventa omosessuale, chi buddista. Una guerra semi silenziosa. È scoppiato l’ equilibrio tra uomo e donna, gli uomini temono le donne troppo emancipate. E alla fine si fa di tutto pur di non amarsi, pur di non mettersi alla pari e volersi bene».
Non crede più nell’ amore?
«Come hobby faccio gli anagrammi dei nomi. E sa qual è il mio?».
Ce lo dica.
«Giuliana De Sio: Delusa in gioia».
Scoraggiante.
«Non ho un compagno, mi piacerebbe ma mi sembra un sogno irrealizzabile. Magari mi stupirò. La solitudine è anche affascinante, ti dà un senso di onnipotenza e libertà. Adesso potrei prendere un aereo e andare alle Maldive senza dover rendere conto a nessuno. Oddio, adesso adesso meglio di no, se no Milly Carlucci mi insegue col fucile».
Eppure non molto tempo fa era fidanzata con un tronista molto più giovane di lei.
«Due anni da dimenticare e cancellare. Lasciamo perdere».
Qual è stato il suo grande amore?
«Il regista Elio Petri. Ma l’ uomo più importante, come accennavo, è stato Elvio Porta, scrittore, regista, con cui ho vissuto dieci anni e che ho sempre continuato a frequentare, una stima reciproca e un amore che continuava. Due mesi fa se ne è andato per sempre».
Dove trova la forza di sopportare tutti questi dolori?
«Quando mia madre morì, la sera ero in scena. Tutti i genitori ci lasciano, è penoso. A differenza di tanti, non ho consolazioni. Non ho la religione o i figli. Posso solo trarre la forza da me stessa. Non per scelta, è andata così. Non è che non volessi una famiglia, ho provato a restare incinta ma non sono stata accontentata. Ma guardo avanti: si vive una volta sola».
Dà comunque l’ impressione di una vincente.
«Mi dicono: “Hai avuto tutto, sei privilegiata”, a me non sembra, eppure sono vista così. Credo invece di essere in credito con la vita. Mi sveglio la mattina ed è una guerra continua. Va bene così».
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