La filosofia di vita di Costantino Della Gherardesca: perché secondo me è la Bibbia

14 Lug

Politicamente scorretto, snob, sincero, cattivo, pratico. Il libro Punto, di Costantino Della Gherardesca edito da Rizzoli, con i suoi cinque comandamenti per vivere meglio la vita e dare un calcio a falsi miti e ipocrisia, è la mia nuova Bibbia.

L’ho letto una domenica in cui ero depressa, come Costantino, forse di più perché almeno lui ha un programma in Rai, Pechino Express, e io no, e ha dato un senso alla mia giornata. E’ stato liberatorio, ti aiuta ad amare senza imbarazzo le differenze, il progresso e – soprattutto – i soldi.

La sua ironia è meravigliosa, ho capito che c’è qualcuno che la pensa come me, non sono sola. Quando prende in giro Beppe Grillo, Marco Travaglio e Andrea Scanzi, “quello con la faccia da vecchio discotecaro morto di figa”, ridevo da sola in modo incontenibile. Lo consiglio a tutti e qui spiego perché la sua filosofia di vita, spicciola e anti-buonista, mi appartiene anche se non abbastanza come vorrei.

Questi sono i nostri punti in comune, se vi interessano.

  1. L’avversione per il semplicismo dilagante, il “si stava meglio quando si stava peggio”, il pauperismo ipocrita. Costantino vorrebbe vivere a Dubai nell’opulenza, bere, fare sesso, comprare gioielli e non fare nulla. Basta con la nostalgia per il passato. Oggi si sta meglio rispetto a cento anni fa quando per raffreddore si poteva morire. A parte Whatsapp, che io detesto, la tecnologia ci rende la vita migliore.

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2 . L’odio per la campagna. Sia chiaro, io amo la natura, la giungla, i banani, le palme, il verde, i fiumi, il mare e i laghi. Ma non la Pianura Padana. Questa frase di Costantino è quello che io penso da anni, i miei amici lo sanno: “Beati coloro che riescono ad andare in campagna per il week end senza avere delle fitte di angoscia e melanconia. Capirei fossero le giungle del Congo, ma la steppa della Lombardia? La sconsiglio a chi è a rischio depressione. A me sale l’ansia solo perché so che esiste ed è lì fuori che incombe”.

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3) Senza un pizzico di  benzodiazepine in corpo è difficile campare decorosamente. Il capitolo in cui Costantino racconta la sua domenica di merda, quando non riusciva a far funzionare la piastra a induzione o a capirci nulla nella giungla di informazioni di una macchinetta per il caffè, con capsule compatibili o meno e miscele adatte o no, raggiunge vette immense. Solo una pastiglia di Lexotan è stata in grado di non catapultarlo nella più cupa disperazione. Alla fine, stremato, è uscito a farsi un espresso al bar.

4) I matrimoni  gay. Io sono favorevole, per carità, sono la persona meno omofoba del mondo e sono per i diritti. E ci mancherebbe altro. Il fatto che viviamo in un paese condizionato dal Vaticano mi avvelena. Come Costantino penso due cose, però: 1) perché, prima delle nozze gay e dell’utero in affitto, in Italia NON ci si batte per l’adozione di bambini da parte dei single, etero o gay chissenefrega, cose che accade in tutti i paesi  civili del pianeta? 2) Curioso che gli omosessuali abbiano iniziato negli anni Sessanta le loro battaglie all’insegna della libertà e della trasgressione e oggi si vogliano sposare in Chiesa e allevare pargoli come un eterosessuale di Pavia.

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5) La pigrizia. Il top della vita, per il nostro eroe, è ordinare cibo con app come Foodora e Delivero, cinese, vietnamita, indiano, comodamente seduto sul divano di casa. Parole sante. Ormai per me uscire di casa è uno stress senza consolazioni: devo pensare a scegliere il locale, ovviamente non dalla parte opposta di Milano, a prenotare, perché ormai non vai più neppure al McDonald senza registrazione,  sorbirmi la coda, sacramentare per il parcheggio a per cercare una Car2Go, aspettare gli amici ritardatari che ti scrivono “sto parcheggiando” o “sto cercando una Car2Go” o, peggio ancora, dover salire su un mezzo pubblico, cosa particolarmente scomoda se consideriamo che a casa mia in zona via Cadore non passa la metropolitana e che adesso  i lavori in Corso XX Marzo hanno bloccato la linea 9.  Il tutto è davvero troppo ostile, non fa per me, non più, sono troppo vecchia e stanca. Così, quando ho letto la seguente frase ho pensato di avere voglia di dare un bacio in bocca a Costantino: “La mia gioia più grande è andare a letto presto la sera, mentre fuori dalla finestra sento i rumori della gente che finge di divertirsi”. Poesia pura.

6) La frustazione. Siamo circondati da immagini di gente felice, selfie di coppia, hashtag #grateful e #gratitude. Siamo invidiosi e non possiamo sentirci in colpa perché sentirsi in colpa fa male al karma. Invece Costantino ammette di essere frustrato, come lo siamo tutti: vorrebbe essere ricco, vivere negli Emirati e pagare per fare sesso con gli uomini più belli del mondo invece è sovrappeso e quarantenne, vive a Milano e probabilmente sarà costretto a sposarsi con un ragioniere brianzolo. EVITARE LA REALTà è un atto necessario.

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Compratelo, leggetelo, divoratelo. La sua scrittura è superiore a tutto quello che ho mai letto nella mia vita.  Starete meglio.

 

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