Suburra 3, atto finale su Neflix

27 Ott

Il mio pezzo su Suburra 3 oggi su Libero.

Una Roma sporca, criminale, sotterranea, dove i clan tramano con gli amministratori politici e le alte sfere della Chiesa per conquistare tasselli di potere. Una Grande Bruttezza in contrapposizione con le meraviglie di una città che ormai si faticano a vedere, peggio della Napoli violenta che mostrano i tg…
Ma guai a dire che Suburra, la cui terza e ultima stagione sta per uscire su Netflix (il 30 ottobre), offre un ritratto troppo negativo della Capitale. «No», chiarisce Riccardo Tozzi di Cattleya, che produce la serie, «ci ispiriamo alla realtà per fare poi un racconto di fantasia. Andreotti criticava il neorealismo ma era solo una fotografia dei tempi». D’altra parte non occorre andare molto indietro per ricordare quanto la storia sia stata profetica, come la famiglia Anacleti della fiction sia ispirata ai vari Casamonica e Spada, come alcuni fatti siano stati anticipati…


storia moderna e antica


Una storia moderna ma anche antichissima, che viene da lontano, «è tutto uguale a duemila anni fa», canta Piotta nella sigla dei titoli di testa. Una storia italiana ma anche internazionale, visto che gli sceneggiatori si sono impegnati per renderla fruibile a tutti i 190 Paesi raggiunti dalla piattaforma Netflix. Oggi i protagonisti malavitosi, Aureliano (Alessandro Borghi) e Spadino (Giacomo Ferrara) del «mondo di sotto», ma anche il «mondo di sopra» rappresentato da politici, sfere ecclesiastiche e imprenditori, vogliono mettere le mani sull’affare del secolo, il Giubileo che sta per riempire la città di appalti e occasioni di affari. Se la prima stagione ruotava attorno al Vaticano e all’acquisizione dei terreni di Ostia per la costruzione di un porto e la seconda era incentrata sulla competizione per il potere politico sulla città con l’elezione di un nuovo sindaco, l’epilogo avrà come unico palcoscenico le strade di Roma.


Di persone oneste, qui, se ne vedono poche: dal personaggio di Claudia Gerini che è il revisore dei conti del Vaticano al politico interpretato da Filippo Nigro che parte idealista e finisce corrotto: «Avere potere è pericoloso», dice l’attore. Dopo l’ondata del MeToo non poteva non esserci un’evoluzione anche delle due protagoniste femminili che inizialmente erano solo le «mogli di» e ora vogliono di più. Sono Angelica e Nadia. «Non è che vogliano il potere, ma si prendono la loro parte di potere», dice Carlotta Antonelli, volto di Angelica.

Ci rimangono parecchio male quando, in una delle prime puntate, vanno dagli spacciatori per dettare legge ma costoro non le prendono sul serio in quanto donne.
Ma Roma fa davvero così schifo? chiedono ad Alessandro Borghi, volto di Aureliano sin dal film Suburra (che significa quartiere malfamato) del 2015 tratto dall’omonimo romanzo di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo. «Sono un romano atipico, ho un rapporto di odio e amore con la mia città. Esiste un problema di gestione della città che deriva dai cittadini stessi. Ognuno pensa solo a se stesso».

colpi di scena

Suburra 3 non delude i fan: violenza, sesso, periferie, tanto kitsch nelle ambientazioni degli interni (sembrano le case dei Casamonica) e delle stanze vaticane, durata brevissima di solo sei puntate. E colpi di scena. Alessandro Borghi commenta la scelta di raccontare l’omosessualità di Spadino, il personaggio di Ferrara: «Siamo rimasti tutti scioccati all’inizio, ma è stato un atto di coraggio. Era qualcosa che non si era mai visto prima. La capacità di uscire fuori dagli schemi ti dà la possibilità di raccogliere i frutti». E già si pensa, o spera, in uno spin-off.

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