NonsoloJeddah, puntata 0

29 Gen

Siamo tutti d’accordo che le cose belle qui a Jeddah ci sono, gratta gratta, scava scava, ma sono nascoste bene? O non abbastanza promosse, che poi è la stessa cosa? O promosse solo in arabo?

Su questa mia impressione, ormai abbastanza consolidata vivendo qui da oltre un anno e cercando sempre spunti, idee, mostre, attrazioni, stimoli, occupandomi da anni di spettacoli e intrattenimento, cercando sempre il bello anche dove sembra non esserci e spesso facendo un buco nell’acqua, si basa questa rubrica che racconta il tempo libero della città in cui viviamo, ma anche della saudità in generale.

BIENNALE D’ARTE ISLAMICA

Può essere il luogo di una mostra un’attrazione più forte della mostra stessa? In questo caso, sì. La prima Biennale d’arte islamica di Jeddah, dal  23 gennaio al 23 aprile 2023, ha sede sotto i tendoni (parola riduttiva) del Western Hajj Terminal, ossia l’aeroporto dal 1981 dedicato all’arrivo dei pellegrini verso la Mecca arrivati da tutto il mondo, e sull’evocazione simbolica non occorre aggiungere altro. La location è mozzafiato, nonostante sia un fondamentalmente un non luogo. Tutto sistemato con sabbia finta, piscine a sfioro, ristorante, anfiteatro, installazioni e cinque gallerie che ospitano più di 300 opere d’arte il cui tema è La Prima Casa, ovviamente il riferimento è alla casa di Allah, la Mecca. All’opening del 23 gennaio l’affluenza è stata massiccia, tanti volti internazionali, non solo sauditi, studenti, ex-pat, giovani, signore eleganti, chiome scoperte: la durata è stata torrenziale, ha parlato anche la Ceo del Dariyan Biennale Foundation Aya Al Bakree, dunque non ho avuto molto tempo di visitare tutte le gallerie, ma mi sono concentrata sulle prime tre. Ipnotica è stata Adhan – The Call, alla galleria 1: una lunga fila di altoparlanti riproduceva le chiamate alla preghiera di tutto il mondo, dalle Filippine al Sud Africa, come dire: “non importa dove sei, il messaggio è lo stesso”. Da vedere.

FORMULA 1 E AFROJACK

Che bello, c’è il concerto di Bruno Mars alla Corniche! Peccato che fosse il giorno prima. Questo mi era successo a dicembre in occasione del Red Sea Film Festival, e mi capita spesso, non so a voi. Scoprire le cose quando e’ tardi. Imbattermi per caso, per passaparola, per errore, in un’informazione quando quell’informazione ormai è sorpassata. La mia amica Leila mi spiega sempre che in Arabia Saudita ancora manca un canale per turisti in cui recuperare le notizie, sono d’accordo. Io penso a Milano e alla cartellonistica: se arriva la mostra di Chagall a Palazzo Reale a meno che tu viva su Marte o che sia non vedente, non puoi non saperlo, tutta la città è tappezzata coi poster dell’evento. Qui no.

Ma l’altro giorno, guidando per strada, arriva una magica sorpresa: la pubblicità della Formula 1 prossima ventura con faccione di Afrojack che si esibirà all’evento (come fece l’anno scorso Ed Sheeran). Allora qualcosa si muove. Ok, io conosco Afrojack solo perché ha sposato la nostra regina del twerking Elettra Lamborghini sul lago di Como, mica perché ne sappia qualcosa di musica elettronica olandese, non penso proprio che mi strapperò le vesti per andarlo a sentire, ma questo fluire di informazioni mi fa ben sperare.

TURISMO DI LUSSO

Ormai è un mese che voglio andare ad Alula (da sola) ma non riesco. Il tour operator non risponde, il sito Experience Alula non mi richiama, di fare un viaggio fai-da-te-no-Alpitur non mi sento. L’Arabia Saudita è pronta per il turismo ma il turismo è pronto per l’Arabia Saudita? Dicono di sì.

Infatti c’è un nuovo progetto, l’ennesimo, di quelli che spuntano come funghi. E’ quello sulla costa occidentale dell’Arabia Saudita, a 500 km a nord di Jeddah, e che accoglierà i primi visitatori a partire dalla prossima primavera. Si tratta di The Red Sea, che si prepara a rivoluzionare il concetto di viaggio, di sviluppo turistico e di ospitalità. Il tutto all’insegna del lusso e della sostenibilità. Affacciata sul Mar Rosso, sarà la più grande destinazione turistica del mondo alimentata al 100% da energie rinnovabili, plastic free, dove si muoveranno soltanto mezzi elettrici e servita da un aeroporto dedicato, il Red Sea International Airport.

Il progetto principale, denominato Red Sea Global, è legato alla nascita di due destinazioni, ossia The Red Sea e Amaala (come l’Inter o un po’ meno?).

E già si parla di introiti annui vicina ai 9 miliardi di dollari, che rafforzeranno l’economia del regno saudita. Tanti auguri.

JEDDAH, I CONSIGLI DELLA SETTIMANA.

RISTORANTE DI PESCE

Alaaly Seafood è un ristorante di pesce favoloso, in una zona trendy vicino a Sari Street dove ci sono anche Baker and Spice e lo Shirvan Boutique Hotel. Arrivi e ti servono due cose a caso: caffè saudita e datteri. Sceglie il pesce dall’esposizione ghiacciata e loro lo cucinano al momento. Imperdibili le zuppe, tutte. Personale carino, posto elegante, bella vista. Non a basso costo.

BAMBINI

Tra parchi giochi indoor, all’aperto, jump jump e compagnia cantante, devo dire che Jeddah offre molto, ma solo di recente ho scoperto quello che per i prossimi 10 minuti sarà il mio posto preferito: Little Camel, uno spazio raccolto dove i piccoli non tanto si scatenano fisicamente, ma imparano nuove cose. Apprezzo che non ci sia la musica alta ma in compenso: finta infermeria, mini super mercato, piscina di palle, spazio dedicato alle astronavi, officina del meccanico e tante cose così. Sono impazzita (io, non la mia bambina) per l’angolo con finto fasciatoio e finto neonato a cui cambiare il pannolino, adoro. Mancava la cacca finta ma me ne sono fatta una ragione. Pulitissimo, accessibile sia dalla mamma che dal papà (cosa non scontata), costa 49 sar per due ore più 30 sar per l’accompagnatore, chi non è di turno dei genitori più andare nei negozi. Il mall è molto bello.

Salaam Mall

Domenica – Sabato dalle 10

Venerdi ore 4 pm

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