Bignardi effetto-nebbia come Barbara D’Urso

21 Gen

Stavo seguendo su La7 la “cattivissima” intervista che Daria Bignardi sta facendo a Giuliano Ferrara (“Mi sono permessa di citare passaggi del tuo libro a Matteo Renzi”, gli ha slurp-detto), e la cosa che ha subito rapito la mia attenzione era quel rilassante effetto-nebbia che avvolgeva la figura della conduttrice. Lo so, sono un’osservatrice di un certo spessore.

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Ci ho pensato due minuti e ho capito cosa mi ricordava quell’onirico alone chiaro: non so se fosse la mia tv, ma mi è sembrato di notare una evidente presenza delle cosiddette “luci diffuse” usate con abbondanza da Barbara D’Urso e da Paola Ferrari, quelle che fanno sembrare Daniela Santanché con una pelle da diciottenne al ballo delle debuttanti, per capirci. Il collega Salvatore Dama, che ha qualche nozione in più di me, mi ha puntualmente fatto notare che si tratta del filtro “Glory”, che non so bene cosa sia, penso una specie di patina che fa un effetto-favola e appiattisce le luci e azzera le rughe. Io in realtà non capisco perché tutti non ne facciano un uso industriale, forse perché costano. Diciamo che stasera il regista delle Invasioni ha sforato il budget per il 2015.

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Ce ne fossero. Le luci sono fondamentali, in tv, e pure nella vita, possono determinare la telegenia di un personaggio, possono farlo sembrare orrendo oppure bello e levigato, insomma le conduttrici di una certa esperienza non ne possono e non ne vogliono fare a meno, e perché dovrebbero?; non so voi ma io nel mio piccolo faccio lo stesso, evito di postare una mia foto sui social se prima non ritoccata dai filtri Instagram. Eh sì, la vanità.

Evidentemente la frequentazione di Daria, in tv, con Barbara d’Urso le ha insegnato questo simpatico trucchetto. Quindi viva la Biganrdi, una di noi.

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