Don Davide Banzato, il prete sexy della tv

27 Mag

Il mio ritratto di Don Davide Banzato oggi su Libero.

È bello, giovane e buca lo schermo. Caratteristiche che non ti aspetti da un prete, ma Don Davide è un tipo speciale. Da qualche settimana è diventato un volto popolare dato che è l’ospite fisso di La strada dei miracoli, il programma giornalistico-religioso condotto da Safiria Leccese su Rete 4 il martedì sera. Una trasmissione che sta avendo buon seguito tanto che i personaggi che la popolano sono diventati cult. Il potere della televisione…

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Addirittura c’è chi lo chiama «sex symbol», con quello sguardo ispirato e la barba che è tanto di moda: né troppo lunga né troppo corta. Don Davide Banzato, 34 anni, padovano, è empatico a prima vista, un bravo comunicatore. Lavora nella comunità «Nuovi Orizzonti» fondata da Chiara Amirante, in provincia di Frosinone, dove si prende cura di chi ha avuto esperienze difficili e vive con 120 ragazzi accolti dalle strade e dalle carceri.

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Moderno e alla mano, è attivo sui social: sia su Facebook che su Twitter. Qui ha una nutrita schiera di apostoli (oltre seimila) e scrive: «Anche su Twitter cerco di seguire Gesù». Don Davide frequenta la tv ma forse non tutti conoscono la sua storia, un percorso che rende ancora più umano questo sacerdote che anni fa aveva giurato: «Tutto ma mai prete».
Entra in seminario a 14 anni, ma «alla fine della prima superiore arrivo a non soppportare più quella vita e ne uscii. Inizio un periodo d’inferno. Esco urlando a Dio: adesso voglio vedere se esisti. Faccio tutto il contrario di quello che mi hai insegnato. Se ci sei, sentirò la tua mancanza».

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Una sfida, dunque. Una lotta interiore. Per un anno il religioso ha vissuto nella sofferenza. «Ho sperimentato il vuoto, le tenebre dell’anima e credevo non ci fosse più speranza né via d’uscita.
Don Davide è stato innamorato. Ha avuto due donne importanti: «Il primo fidanzamento, dai 17 ai 19 anni, è coinciso con la mia conversione. Pensavo di sposarmi, ma ho avuto la vocazione, che ho tentato di rifiutare». Ma il destino è qualcosa a cui non ti puoi opporre, o almeno non per sempre. «Alla fine ha vinto il nuovo Dio», racconta Banzato. «Ci ho messo sei anni per predere i voti, rifiutavo quell’idea, pensavo che sarei stato infelice». E adesso è felice? «Sì».

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Nel 2005 diventa diacono. Nel 2006 sacerdote. E se gli domandi come mai un ragazzo bello come lui faccia il prete, lui risponde: «Non ho scelto io, sono stato scelto».
La tv crea personaggi. Regala fama e popolarità. Non sono concetti che fanno a pugni con la sobrietà della religione? «Non mi fermano per strada», spiega, «e se lo fanno non è per un autografo ma per una preghiera o un consiglio. Lavoro in comunità per il 99% del mio tempo, la questione della fama è qualcosa che non mi tocca».
Non gli piace, come è ovvio che sia, la definizione di sex symbol. «La bellezza esteriore prima o poi sparisce, non è importante». Don Davide lavora anche a Radio Maria e su Raidue a Sulla Via di Damasco. Ma guarda poca tv. «Per dieci anni, fino al 2010, non ho avuto il televisore. Oggi in comunità vediamo solo i tg, approfondimenti…e qualche partita di calcio. Però Suor Cristina a The Voice l’ho seguita, per ovvie ragioni».
Il suo motto è «per aspera ad astra», «attraverso le difficoltà verso le stelle, alle grandi vette si arriva solo attraverso i dolori, le prove nella vita capitano a tutti. Nessuno escluso». Altro suo motto: «E gioia sia».

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