Gerry Scotti choc: “Tra dieci anni la tv non sarà più gratis” / IL DIBATTITO
21 Nov
Il mio pezzo di sabato su Libero sul futuro della televisione in chiaro.
L’ altra sera in tv Piero Chiambretti a Matrix ha chiesto al suo ospite Gerry Scotti una previsione sulla televisione dei prossimi 10 anni. «Gratis non vedrete più niente. Io e Chiambretti siamo gli ultimi due che vedrete gratis».
Al di là della battuta, la frase, se ci pensiamo bene, è quasi tragica. Prima di tutto perché a pronunciarla è stato un uomo Mediaset, la televisione che negli anni Ottanta ruppe il monopolio con trasmissioni gratuite e supportate solamente dagli investimenti pubblicitari. L’ idea, poi, che in un futuro non molto lontano le povere casalinghe italiane debbano pagare per vedere Il Segreto o gli altri amatissimi programmi del Biscione è un’ idea che ci getta nel totale sconforto.
Ma la profezia di Gerry Scotti, che di tv ne capisce, è fondata?
E’ vero che stiamo assistendo all’ avanzata delle tv a pagamento e on-demand, da Sky che offre sempre più contenuti ghiotti e serie di qualità (da X Factor a Young Pope, dai canali tematici allo sport in diretta ed esclusiva) a Netflix che propone titoli notevoli come Narcos, The Crown, film e tantissimo documentari, alle stesse Premium e Infinity, che fanno parte della famiglia di Mediaset; ma davvero la generalista è destinata a morire? «Che tutto si debba pagare è scontato e collaudato», commenta Chiambretti a Libero, «la Rai ha il canone anche se qualcuno, visti i programmi che fa, protesta. Di certo pagheremo anche noi che facciamo tv: non c’ è giorno che i network non ci dicano che manca il budget. In America però», conclude Piero, «la tv a pagamento ha avuto un’ impennata e poi una frenata: quindi pagare sì, ma a rate!».
«Gerry è pessimista, o ottimista, se desidera passare alla pay ed essere pagato di più», scherza Aldo Vitali, direttore di Tv Sorrisi e Canzoni, «nei prossimi 4-5 anni nel panorama televisivo non cambierà nulla, tra dieci non so. La generalista ha subito un’ erosione ma è sempre la più forte. Va detto che la Rai, avendo il canone, anch’ essa a pagamento».
«La qualità della televisione generalista si ridimensionerà, questo sì», dice Massimo Bernardini, conduttore di TvTalk, la trasmissione di Raitre che passa ai raggi X il piccolo schermo, «i grandi broadcaster investono meno, così i contenuti pregiati saranno sempre più a pagamento. Però le tv tematiche hanno quasi tutte un canale gratis, un canale vetrina, che serve per mettere in mostra i contenuti a tutti quanti». «Oggi un terzo della tv generalista», aggiunge il critico tv, «è composto da ulta-sessantenni, bisogna capire se i giovani di oggi che non guardano la tv la guarderanno in futuro, se diventeranno “pantofolai”, questo è un bel mistero». «Dal punto di vista industriale», nota Marta Cagnola, che su Radio24 conduce con Daniele Bellasio la trasmissione RadioTube, «oggi il mercato pubblicitario è talmente frammentato che anche le reti gratuite devono avere una parte a pagamento per essere competitive: l’ esempio è di Mediaset con Premium e Infinity, la tv on demand. E sul fatto che non ci saranno più gli Scotti e i Chiambretti, penso che non ci saranno più certi compensi. Non perché siano star esodse ma perché di fronte alla frammentazione la star non sarà più così importante».
Davide Maggio, titolare di uno dei primi e più autorevoli blog televisivi e oggi produttore di format, è chiaro: «L’ avanzata dei contenuti premium è innegabile ma solo per determinati generi e in determinate “quantità”. Per altri, e per tutto il resto della programmazione, la tv in chiaro è la “casa” ideale e per questo difficilmente morirà. Non dimentichiamoci che gli investimenti pubblicitari più corposi al momento rimangono lì. Così come gli ascolti».
Tranquillizzante anche l’ opinione di Seba Pucciarelli, “discepolo” di Massimo Bernardini : «La frase di Scotti è apocalittica. Tutto ciò che è politica, attualità e informazione sarà sempre appannaggio della tv in chiaro, ne è un esempio, in Usa, l’ ultima campagna elettorale».
Insomma, «la tv è morta e lotta insieme a noi». E, per ancora molti anni, si spera, Il Segreto sarà salvo e gratis.
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