Homeland 4: Carrie in Afghanistan. Ed è meno pazza

5 Ago

Il mio articolo pubblicato oggi su “Libero” sulla quarta stagione di “Homeland”, al via il prossimo 5 ottobre su Showtime, e poi su Fox. Per chi non lo sapesse, è la serie che amo di più al mondo.

È molto difficile immaginare Homeland senza la tensione – emotiva, fisica, drammaturgica – tra Carrie Mathison e Nicholas Brody, l’agente della Cia e il presunto terrorista, poi pentito, poi ancora terrorista, poi redento un’altra mezza dozzina di volte. Più che altro è difficile, per i cultori della serie, accettare il fatto che Brody non ci sia più. Lui stesso, ossia l’attore inglese Damian Lewis, due volte Golden Globe per l’interpretazione dell’ambiguo personaggio, in una intervista di due mesi fa aveva ammesso che la dipartita di Brody fosse necessaria perché l’ex sergente diventato seguace di Allah non era più collocabile nella società. Probabilmente è vero.

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Sta di fatto che i produttori della serie, la cui terza edizione non è stata eccezionale, hanno avuto parecchio da fare per mettere in piedi una credibile quarta stagione. Che ora ha un trailer ufficiale e una data di inizio: il 5 ottobre prossimo su Showtime (da noi poco dopo su Fox). Il cuore del nuovo Homeland sarà quindi Carrie, la straordinaria Claire Danes, pure lei doppio Golden Globe per il ruolo. Bipolare, emotiva, geniale, pazza: abbiamo imparato ad amarla. Adesso, senza Brody, se la deve vedere con la maternità (anche se la bambina non sarà con lei ma con la famiglia) e con i suoi demoni.

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Ed ecco una novità: sembra che la sua situazione mentale (gli alti e bassi e la dipenza dalla clopazina, farmato antipsicotico) sia migliorata e si sia stabilizzata, anche se, ormai lo abbiamo capito, basta molto poco per ricascare nel baratro. Ora Carrie Mathison ricopre finalmente il ruolo dell’inizio della stagione 1, quello per cui era stata addestrata dalla Cia: «Agente segreto in un paese straniero», in Afghanistan, in cui forze armate americane stanno smobilitando lasciano ai servizi segreti il compito di controllare la situazione.

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Carrie ha anche avuto una promozione, tanto che ora lei, in qualche modo, il «capo» di Saul Berenson, suo mentore, che è passato nel settore privato. Nel trailer si vede una foto sul comodino in cui Carrie abbraccia un neonato, ma anche esplosioni e morti.

«Ci sono così tanti nuovi ruoli che è come girare un altro pilot, è allo stesso tempo eccitante e terrificante», dice Alex Gansa, curatore di Homeland, a chi gli chiede cosa si è inventato per colmare la lacuna lasciata da Brody, in quale, pare, non tornerà neppure sottoforma di flashback, perché gli sceneggiatori sono contrari. Tra le new entry, l’attore della Vita di Pi Suraj Sharma, uno studente di medicina ad Islamabad la cui vita s’incrocia con quella di Carrie e diventa una persona di particolare interesse per lei. Le riprese sono state fatte in Sudafrica, usata come controfigura dell’Afghanistan. Tra gli attori confermati c’è Rupert Friend, che interpreta l’agente Peter Quinn.

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Molti hanno chiesto a Gansa se tra Quinn e Carrie nascerà l’amore. Risposta: «Tutti ce lo chiedono ed è certamente qualcosa con cui giocheremo. Ad ogni modo il punto è se Carrie sia nello stato emozionale di essere aperta ad una relazione e se Quinn creda che sia il caso. Lui la protegge, perchè tiene a lei». L’attrice indiana Nimrat Kaur (Lunchbox) è stata scritturata per un ruolo corposo, quello di una agente di alto livello nel servizio segreto pakistano. Accanto a lei ci sarà Art Malik, attore noto per aver interpretato il terrorista Salim Abu Aziz in True Lies. E Casey Stoll, il Peter Russo di House of Cards: sarà il capo della Cia in Pakistan.

Ps. Per i fan di Nicholas Brody, l’attore Damian Lewis sarà Re Enrico VIII nella serie in costume Wolf Hall. Mhh, non mi dispiace per niente…

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