Homeland, parla Damian Lewis

Questo post lo scrivo con il cuore. Uno degli attori che amo di più è Damian Lewis. Non so quale sia il motivo principale, se il fascino che l’attore britannico ha su di me (per molti incomprensibile, data la diffusa avversione per i rossi), la sua classe, il portamento, il sorriso. Oppure la sua bravura. O, invece,  l’adorazione totale che provo per la serie Homeland, per me saldamente al primo posto tra i telefilm più amati ever. Mi piace talmente tanto, Damian, che ho visto anche alcuni suoi film, molti noiosi (Will), altri sorprendenti e originali (Chromofobia).

Come finisce la terza stagione di Homeland, terminata alla fine del 2013 su Fox, molti lo sanno. Questa estate iniziano a Cape Town, in Sud Africa, le riprese della quarta stagione in cui Carrie Mathison(Claire Danes, che io venero), neo mamma, sarà protagonista assoluta.

ATTENZIONE SPOILER. In una intervista all’Hollywood Reporter Damian Lewis, che sarà protagonista di un nuovo serial Wolf Hall, parla per la prima volta della drammatica sequenza con cui la sua avventura nel drama, che gli ha regalato due Golden Globe come migliore attore, arriva alla battuta conclusiva. “Standoci dentro e conoscendo lo show, è stato giusto per me che Brody morisse. Per quanto sia triste, è stata la cosa più drammaticamente giusta”. 

Certo, ma i fan hanno protestato tantissimo per come si è chiusa la terza stagione. “Per il modo in cui lo hanno accolto, Brody era diventato una sorta di enigma. La serie è stata colta di sorpresa dal successo del personaggio. Da quello che ho potuto dedurre, erano tristi per la sua morte perché lo hanno apprezzato molto come personaggio, ma bilanciando il tutto si sono resi conto che la serie avrebbe sofferto nel dare a Brody una storia convincente, nel caso fosse rimasto in vita. Alcuni blogger hanno giurato di non guardare più Homeland senza Brody, altri hanno scritto ‘Grazie a Dio se n’è andato!’. 

In un’altra intervista Lewid dichiara che Claire Danes “gli manca molto”. Chissà se Carrie si innamorerà di nuovo. Magari del collega della CIA Peter Quinn (l’attore Rupert Friend). Sta di fatto che io, e penso di essere una delle poche, se non l’unica, impazzivo per la love storie Carrie-Brody. Forse perché mi rivedo un po’ in Carrie. O forse perché mi piacciono le storie d’amore distruttive. E irrazionali. Brody era l’ultima persona di cui Carrie aveva bisogno, e viceversa, aveva detto un giorno il saggio Saul alla Mathison. Eppure tra di loro c’è (c’era) una colla. Che nostalgia.

Guardate questo bellissimo video sulla love story Carrie-Brady. Luv.