Il film Woman in gold: un’americanata, ma bello

21 Set

Il 15 ottobre esce al cinema un film che ho visto un paio di mesi fa durante un viaggio negli Stati Uniti. Si tratta di Woman in gold, storia vera di Maria Altmann (interpretata dalla sempre grande Helen Mirren), una donna ebrea che vive negli Usa, dopo che, durante il regime nazista, fuggì da Vienna poco dopo che le Ss, saccheggiando la sua abitazione, trafugarono un prezioso quadro di Gustav Klimt, la Donna in Oro, in seguito restituito al governo austriaco.

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La donna, 50 anni dopo, decide di sfidare le autorità austriache con l’aiuto di un giovane avvocato (il goffo Ryan Reynolds) per chiedere che le venga restituito ciò che era suo. Una lotta giudiziaria che vede da una parte Vienna, che vuole tenere per sè il quadro di Klimt, considerato la Monna Lisa d’Austria, dall’altro una donna che vede il dipinto come il ritratto che l’artista fece della sua amata zia.

Il film è una vera americanata, dove gli Stati Uniti, appunto, ne escono come il Paese libero in cui dove trionfa la giustizia e la forza del singolo, in questo caso una donna coraggiosa e determinata che da sola lotta contro la burocrazia e le avversità. Negli Usa, come noto, funzionano sempre le storie che rievocano la Seconda Guerra mondiale e il Nazismo e quelle di giovani avvocati outsider che si battono in tribunale non per soldi ma per una giusta causa. Un bel film, comunque, da vedere.

WOMAN IN GOLD

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