Il piano di Maggie: deliziosa commedia alla Woody Allen
30 Giu
C’è una buona dose di Woody Allen nella commedia Il piano di Maggie, attualmente nelle sale italiane. E se lo dico io dovete credermi, visto che sono una fan ventennale del regista newyorkese: la musichetta dei titoli di testa, l’ambientazione a Manhattan, i dialoghi intelligenti, i protagonisti nevrotici e intellettuali…
Ma c’è anche qualcosa di diverso e di più: il punto di vista romantico e femminile. “A cosa servono gli uomini” è il sottotitolo della pellicola: uno slogan che è tutto un programma. Nel film di Rebecca Miller, figlia del grande Arthur, Maggie (la brava Greta Gerwig) è una manager dolce e accomodante che poco dopo i 30 anni decide di fare un figlio da sola, perché le sue relazioni sentimentali non durano mai più di sei mesi. Proprio la sera in cui sta per impiantarsi il seme di un amico, un patito della matematica diventato imprenditore dei cetrioli, si innamora dell’insicuro collega John (Ethan Hawke, qui al suo tracollo fisico), un accademico che scrive libri sul tema del narcisismo del lusso (!) che non riesce a finire il suo primo romanzo.
I due si mettono insieme, hanno una bambina e si sposano: John lascia la moglie, l’isterica ed egotica intellettuale interpretata da una strepitosamente acida Julianne Moore, sempre più brava e bella.
Ma Maggie aveva ragione: le sue relazioni non durano. Il maritino, egoriferito e ancora ossessionato dalla sua ex, non lo regge più. Lo vuole rispedire al mittente. E partorisce un piano per ributtare John nelle braccia della dispotica ex moglie, cosicché nessuno possa farsi male.
Le risate non mancano. Non le risate fragorose alla Checco Zalone ma quelle più sommesse. L’umorismo di Il piano di Maggie è pungente e sottile, riguarda sulle nevrosi umane e il matrimonio.
Nella penuria estiva generale di nuove uscite al cinema, questa piccola perla non va assolutamente persa.
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