Kasia Smutniak, Pietro Taricone e quella promessa mantenuta

23 Ott

Da www.liberoquotidiano.it.

Kasia Smutniak ha mantenuto la parola. A Pietro Taricone, il suo ex compagno, scomparso tragicamente durante un lancio dal paracadute, aveva giurato che avrebbe fatto qualcosa per il popolo di Ghemi, vicino a Kathmandu, nel loro amato Nepal.

L’attrice, oggi legata al produttore Domenico Procacci, con il settimanale Grazie è tornata in quelle terre. E racconta: “La mia storia con il Nepal è cominciata 15 anni fa, in un piccolo villaggio chiamato Kagbeni, nel bel mezzo dell’Himalaya. Ne ho fatti tanti di viaggi nella mia vita, alcuni per lavoro, altri per puro piacere. Non sapevo che uno di questi mi avrebbe segnato per sempre e di certo non potevo immaginare che un giorno, molti anni dopo, sarei tornata proprio lì, con una promessa e un sogno da realizzare”.

kasia-smutniak_980x571

“Con Pietro siamo stati una volta sola nel Mustang e non ci è voluto molto per innamorarsi di quel posto”, continua Kasia. “In quel viaggio abbiamo incontrato Tenzin, all’epoca 19enne, e Pema, che si erano appena sposati. Non sapevo ancora che la loro casa sarebbe diventata la mia, che le nostre figlie avrebbero dormito insieme e che io, in un rito speciale, sarei diventata “la Sorella di Spirito” di Pema. Eravamo completamente inebriati dalla bellezza, dalla gentilezza degli abitanti, dal misticismo dei riti e dalla loro pura allegria. Ma abbiamo anche visto la loro estrema povertà. Abbiamo trascorso un mese nel Mustang ospitati dalla famiglia di Tenzin e Pema. Non hanno voluto in cambio nulla, neanche un centesimo. Mi ricordo il nostro addio, all’alba, dove piangendo ho regalato a Pema una cosa a cui tenevo molto, una piccola croce di poco valore, ma per me molto importante e ho visto le lacrime scendere sul viso della mia nuova amica, e ho sentito che aveva capito. Sapevo che non l’avrei rivista presto”.

taricone-09-olycom

Durante il viaggio di ritorno, Pietro Taricone ha iniziato a esternare il suo desiderio: “Diceva che dovevamo fare qualcosa”, ricorda Kasia, “noi che siamo dei privilegiati, che dovevamo aiutare quella gente povera, ma ricca di spirito. Che la cultura Mustangi era troppo preziosa e che non si poteva stare fermi a guardare, aspettando che scomparisse del tutto.  Ci siamo promessi che saremmo tornati presto”.

Ma Kasia è rimasta incinta di Taricone. E’ nata una bambina. “Era troppo piccola per affrontare un simile viaggio, poi il lavoro, il mutuo, la vita. Qualche settimana dopo la morte di Pietro ho ricevuto una telefonata. Era Tenzin. Aveva camminato un giorno intero per poter raggiungere un posto dove c’era il telefono. Voleva sapere come stavamo e dirmi che avevano fatto una Puggia, una preghiera dei monaci tibetani che può durare per diversi giorni, per lo spirito di Pietro. E ho capito che era arrivato il momento di “fare qualcosa”. Otto anni dopo, con una figlia, sono tornata a casa di Tenzin e Pema con una forte motivazione ma senza un’idea precisa”.

L’idea è arrivata, alla fine. Kasia ha pensato che la cosa giusta da fare fosse costruire una scuola. E così è stato. Una storia commovente.

No comments yet

Leave a Reply