Locke mette ansia, ma è molto bello

3 Ago

Premetto una cosa: ultimamente faccio una certa fatica a vedere i film, sia al cinema che a casa. Da circa sei mesi divoro scorpacciate di serie tv, che prima ignoravo, e adesso i film mi sembrano tutti troppo lunghi, troppo noiosi, e mediamente stupidi. Sarebbe come passare dai paccheri di Vittorio di Bergamo al McBacon, si può tutto, ma la differenza qualitativa si nota.

Ieri sera, comunque, ho visto Locke, andato al cinema alcuni mesi fa, e vi assicuro che merita. E’ ambientato interamente in una auto, con un unico attore. Detto così potrebbe apparire una pizza colossale.

NO TURNING BACK

Ma il fatto che ha un certo ritmo, una trama intrigante e una durata contenuta (meno di un’ora e mezza) lo rendono assolutamente godibile e appassionante. Racconta di Ivan Locke, interpretato da un bravo e intenso Tom Hardy, un operaio inglese che decide, alla vigilia di un importantissimo impegno di lavoro e pur essendo sposato con prole, di prendere la macchina e andare a Londra per assistere alla nascita del figlio avuto in seguito ad uno unico (dice lui) momento di debolezza. Nel tragitto, abbastanza ansiogeno, parla al telefono con la moglie a cui spiega tutto, con l’amante che ha le doglie, con il collega fidato e con il datore di lavoro che lo vuole licenziare. Ma lui, Locke, vuole fare la cosa giusta, e la fa. Senza rimpianti, scuse, giustificazioni.

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Tom Hardy, inglese, classe ’77, non è per nulla male. Dove lo avete già visto? Ve lo svelo io: era il cattivo Bane dell’ultimo hardy.

 

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