Luisa Corna e i suoi primi 50 anni: “Tutti i miei dolori”
16 Nov
La mia intervista a Luisa Corna su Libero di oggi.
«Non mi manca la televisione. Non ho la smania della lucina rossa. Mai avuta». È raro sentire queste parole da una donna (o da un uomo) di tv. Il successo trasforma. Appena una star è costretta a una panchina forzata, scalpita, inizia a fare telefonate, non si dà pace. Questa ansia – e ci crediamo – pare non abbia consumato Luisa Corna, ex icona sexy della tv italiana, protagonista di quell’epico calendario di Panorama del 2003, di Controcampo, di Domenica in, di amori famosi. Luisa non ha neppure l’ansia della maternità, ma questo è un altro capitolo. Da tempo lontana dai programmi importanti del piccolo schermo, con i suoi 50 anni che sfidano ogni legge di gravità (basta controllare il suo profilo di Instagram), la ragazza di Palazzolo, Brescia, si concentra sull’«essenziale», come direbbe una canzone di Mengoni.
Sull’ amore della sua vita, il motore delle sue scelte: cantare. «La musica è tutto», dice a Libero, «canto da quando ho 5 anni, ho iniziato in chiesa. La musica mi ha aperto tante possibilità, anche quelle di diventare attrice e conduttrice, è la mia istintività».
Però il calendario sexy c’entrava poco con la musica. O no?
«In effetti. Però dai, anche Madonna e altre cantanti non si sono fatte mancare foto sexy. In quegli anni il calendario era molto popolare, l’avevano fatto anche Monica Bellucci, o uomini come Alessandro Gassmann. Era una moda. Oggi è passata. Non lo rifarei, comunque».
Ah no?
«No. Primo perché sono cose che si fanno una volta sola. Secondo, nel momento in cui fai un calendario è difficile poi uscire dall’etichetta della bella e sexy. Un ruolo fisico, un marchio pesante. La bellezza – questo è vero – è uno strumento che serve. A me ha dato la possibilità di essere notata. Poi ho fatto altre cose e ho raggiunto una maturità professionale».
Sanremo, invece, lo rifarebbe?
«È il mio sogno da quando ho memoria. Quando ho partecipato nel 2002 in coppia con Fausto Leali è stato un momento esaltante. Mi piacerebbe tornarci, sempre in coppia. In gara, più che alla conduzione. Per me la musica è condivisione, come quando facevo Domenica in: venivano in studio cantanti famosi e duettavamo insieme».
Quindi presenterà una canzone a Carlo Conti, conduttore di Sanremo?
«Sto ultimando alcune cose, ci riprovo. Negli anni scorsi ho tentato, ma non è andata bene. Carlo Conti è popolare, fa una tv che unisce i gusti. Mi piace, non si è uniformato ai talent, che comunque sono un genere che seguo. Ne faccio proprio uno a teatro, ogni domenica. È il terzo anno del Manzoni Derby Cabaret. Un talent sulla comicità con presidente di giuria Mario Luzzatto Fegiz. Tre comici emergenti si sfidano affiancati da un coach. Il pubblico in sala decreta il vincitore con gli applausi. Ci sono le risate, la musica, l’ orchestra: le cose che piacciono a me».
Perché non ha mai fatto nessun reality?
«Mi è stato proposto un paio di volte il provino all’ Isola dei famosi, ma ho un problema».
Quale?
«Di glicemia, sono ipoglicemica, se non mangio ogni 2 o 3 ore ho guai alla tiroide. Insomma, all’Isola uno deve andarci con un po’ di serenità».
Si sente messa da parte dalla tv?
«Fino al 2009 ero a Domenica in, poi non sono stata richiamata. Avevo già fatto quattro anni, ci sta che si voglia cambiare formula. Non mi manca, ho il teatro, il lavoro, i concerti che mi danno soddisfazione. Oggi la tv non fa più varietà, quello che amo.
Non è un caso che Fiorello manchi da un po’. Non mi dispiacerebbe però fare il giudice di un talent, aiutare i giovani, mi auto candido!».
Quindi non ha la smania della lucina rossa. Ci crediamo?
«Giuro. Non ne sento la necessità. Forse perché in tv ci sono arrivata già grandicella, a 33 anni. Non da ragazzina. Ho esordito grazie a Michele Guardì che mi ha notata e mi ha fatto fare un provino con Fabrizio Frizzi per Domenica in: come cantante non come valletta».
Cosa faceva prima di quel provino?
«Dai 17 anni la modella, per pagarmi i corsi di canto e recitazione: ho viaggiato tanto, in Australia, America. Per me che venivo da Palazzolo, Brescia, era un sogno. Mi ha aiutato a conoscere il mondo. Poi la cantante locale, a Milano, Brescia, Como, convention, piazze. Dopo Guardì, mi ha chiamato Corrado: a Domenica in cercava una donna che sapesse cantare e presentare gli ospiti. Poi sono arrivate tante cose, Controcampo, Notti Mondiali, il film con Panariello, Il David di Donatello, Domenica in… Per vedermi in tv, mia madre aveva acquistato otto televisori e otto videoregistratori per seguirmi meglio e conservare ciò che facevo».
All’apice del successo, però, le capitano diverse disgrazie.
«Nel 2004 mi fermo. Mio padre si ammala. C’è chi riesce ad andare avanti, stare in video, sorridere. Li stimo. Io non ce la facevo. Quando hai un tumore in casa, hai a che fare con il dolore, in quel momento non potevo andare in onda. Ho fatto solo il Premio Barocco, per il quale avevo già firmato, ho rispettato l’impegno poi mi sono ritirata. Preferivo così. Certo, ho avuto la fortuna di fare un lavoro che mi permetteva di non esserci in quel momento, tante persone invece non possono permettersi di fermarsi».
Lei è stata una delle poche a non aver rinnegato Lele Mora, suo agente, nel 2007 travolto dalle inchieste giudiziarie. Aver lavorato con lui ha avuto un ruolo nella sua assenza dalla tv?
«Lele Mora è una persona che stimo, che ha fatto tanto per me. Un amico. Ha pagato più del dovuto. Ovviamente quando ha avuto i suoi problemi si è ritirato quindi gli artisti hanno preso altre strade».
E che mi dice dello stalking?
«Eggià, mi è capitato pure quello, due anni fa. Ho avuto paura per me e per la mia famiglia. Mi sentivo sorvegliata e perseguitata nei miei spostamenti. Capita a tanti, alle belle donne e non, l’ importante è andare subito dai carabinieri. Io non potevo entrare in casa senza qualcuno che mi accompagnasse fin dalla porta. Quando ho denunciato, quella persona ha smesso subito».
Nei suoi concerti dice sempre: «Fatevi rispettare dalla vita». Lei si è sentita poco rispettata, per esempio per quel noto gossip di lei e Umberto Bossi, e quella notte insieme?
«Sì, ho provato quella sensazione. Sono stata ferita in passato, per quella vicenda, una voce falsa che mi ha rovinato l’ esistenza. Non ne voglio parlare. La frase che dico ai concerti è un incitamento a fare le proprie scelte senza farsi influenzare dagli altri».
Lei è fidanzata?
«Sì, finalmente ho un compagno, non fa parte del mondo dello spettacolo e sono davvero felice e serena. Prima di incontrarlo sono stata single sette anni, dal 2007 al 2014».
Se l’è presa comoda.
«Sa, non ci si innamora tante volte nella vita. E per me l’ aspetto sentimentale è importante. E poi sono una che da sola ci sta bene, ho preferito aspettare la persona giusta per me. Avventure? Qualcuna, nulla di importante: non sono stata casta sette anni, ecco».
È stata 10 anni con l’ ex calciatore Aldo Serena, poi un anno con Alex Britti. Ha sofferto tanto?
«Sì. Direi il giusto. Quando credi in una relazione poi ci stai male. Lasciare è brutto: resta il senso di colpa. Essere lasciati idem: si rimane male. In ogni relazione in cui mi metto, penso che sarà per sempre. Dopo la sofferenza non è facile rimettersi in gioco».
Il prossimo 2 dicembre compie 50 anni. Ha paura del tempo che passa?
«Ho paura della vecchiaia e delle malattie. Per quanto riguarda i segni del tempo, ho l’esempio di mia madre, 74 anni, che vive la sua età con disinvoltura e serenità, rispecchia il mio modo di essere. Non curo tanto il viso e le rughe, piuttosto sto attenta all’alimentazione, non mangio carne, faccio sport. Purtroppo bevo e fumo. Il matrimonio resta un sogno, l’abito bianco, la Chiesa: un passo importante. Quanto alla maternità, ci penso e non ci penso».
Se la prende comoda, anche qui…
«Le confesso che non ho mai provato concretamente ad avere un figlio. Psicologicamente sono pronta, mi vedo madre di un bambino, poi ogni volta penso: “C’è tempo, quando sarò grande». Grande la sono, ormai. Anzi, troppo grande, forse. Lo sappiamo tutti che le donne hanno un orologio biologico, eppure…».
C’ è sempre l’adozione.
«Infatti, c’è sempre l’adozione».
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