Magic in the moonlight. Super promosso il nuovo Woody Allen
7 Dic
Premessa: io su Woody Allen penso di non essere obbiettiva. Voglio dire: io lo amo, mi piacciono tutti i suoi film anche quando sono brutti, per me è uno dei piaceri della vita, ogni suo lavoro me lo gusto fin dai titoli di testa, che sono uguali da trent’anni, con la stessa musichetta e il solito font. Sposo senza riserve il suo pensiero nichilista, cinico e pessimista, che non manca mai di infilare nei film attraverso i suoi personaggi, che poi non sono altro che lui stesso, i suoi alter ego.
In Magic in the moonlight, poi, ce n’è tanta della sua filosofia, e Woody la espone con il personaggio di Colin Firth, il protagonista, un illusionista che cerca di smascherare una sensitiva ciarlatana interpretata da Emma Stone, nuova musa di Allen. Quando Colin dice “sei nato senza commettere nulla di male eppure sei condannato alla morte” oppure “il pessimismo è inevitabile” e “tutto il mio ottimismo è una illusione” mi ruba le parole di bocca. E lo fa con leggerezza: il film mi fa ridere sin dai primi minuti del film, quando appare nelle vesti di mago, vestito e truccato da orientale e addobbato di cineserie varie…
Le battute riuscite secondo me sono tante, e io ho sorriso per tutto il film. La commedia è ambientata in Costa Azzurra e Provenza, è l’ottava pellicola che Woody gira in Europa.
La fotografia e i costumi Anni Venti sono bellissimi. Allen tira sempre fuori il meglio dagli attori che ingaggia. Firth deve dimostrare che la giovane veggente americana è in realtà una imbrogliona perché lui è razionale, pratico, e non crede che esista un senso della vita, un’aldilà, una speranza, pensa siano tutte cose per persone stupidotte, superficiali e provinciali. Però forse le sue certezze non sono così granitiche, o forse l’amore è l’unica cosa che può dimostrare che nel nostro triste mondo esista un pizzico di magia. O di speranza.
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