“Nati per essere single”. Quindi diamoci pace
4 Dic
In aereo, tornando da Londra, ho letto un articolo di Grazia Uk sul fatto che alcuni scienziati di Pechino hanno scoperto che esiste il gene della “singletudine”. In realtà, ho fatto una ricerca e ho visto che la notizia è del 21 dicembre scorso, ma la cosa in più dell’articolo che ho letto è la riflessione finale della donna che lo ha scritto, una 37enne le cui relazioni durano poco o non durano affatto. “Sei nata per essere single?”, titolava il pezzo.
La notizia è questa: secondo gli scienziati coloro che possiedono questo “gene” hanno il 20% in più di rimanere senza partner. Si tratterebbe della sequenza genica 5-Hta1, che produce meno serotonina nel cervello, e cioè la sostanza che ci rende più sereni, allegri e socievoli, che rende più facile il rapporto con l’intimità e per questo inclini alle relazioni con gli altri: le persone con l’allele “G” hanno più probabilità di restare sole, rispetto a quelli con l’allele “C”.
Chi ha l’allele “G”, inoltre, è più vulnerabile a disturbi come la depressione e la nevrosi, che sono “dannose per la formazione, la qualità e la stabilità dei rapporti. Lo studio fornisce prove del contributo genetico alle relazioni sociali in determinati contesti”. Il dottor Pam Spurr ha spiegato al Daily Mail che “il nostro patrimonio genetico determina alcuni dei nostri comportamenti, ma abbiamo sempre la possibilità di scelta”. Questo è ovvio.
La riflessione è un’altra, ed è più interessante. A parte il fatto che è intuitivo notare, senza bisogno di studi scientifici, che chi è depresso è per natura portato al pessimismo e all’isolamento. E poi sapere che esiste una predisposizione genetica che ci rende più difficile avere relazioni, scrive Grazia, “è un’ idea deprimente ma anche una liberazione. Significa che posso smetterla di darmi la colpa e semplicemente godermi il mio stato genetico di single”.
E’ sempre bello vedere il bicchiere mezzo pieno…
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