Quella volta in cui sono andata al Letterman Show

13 Mag

Il 20 maggio prossimo, David Letterman chiude il suo leggendario talk show. Nel 2009, durante una visita a New York, andai all’Ed Sullivan Theatre nel pubblico del popolare programma americano. Ecco il racconto che scrissi per Libero.

Tutti lo copiano, nessuno ce la fa. In Italia ci ha provato chiunque, più o meno esplicitamente. Daniele Luttazzi con Satyricon, Fabio Fazio, Gene Gnocchi, Victoria Cabello, Daria Bignardi. Per non parlare di Piero Chiambretti. Lui è quello che si è avvicinato di più al “modello” Letterman, anche se oggi prende le distanze e anzi dichiara che, ormai, David è passato come il Bologna ed è molto più “fico” John Stewart. Mah.

Fatto sta che il Late Show, lo storico programma di seconda serata della Cbs, quello con lo sfondo di New York illuminata di notte, è il programma tv più famoso del mondo, quello che ha creato personaggi, tendenze, modello di ogni intrattenitore del globo, dal rivale Jay Leno (Jay è punto di riferimento dei repubblicani, David dei democratici) ai conduttori delle tv locali.

Da Letterman, Demi Moore si è esibita nel famosissimo spogliarello con le carte (copiato, con citazione, dallo stesso Chiambretti), Madonna nel ’94 è stata praticamente cacciata a pedate nel sedere perché non accennava ad andarsene; all’attore Joaquim Phoenix, in studio mezzo ubriaco e in stato confusionale, Letterman ha detto: «Mi dispiace che tu non sia potuto essere qui stasera». In Italia solo una tv lo manda in onda: Rai Sat Extra, ogni giorno da dieci anni alle 23 circa sul canale 121 di Sky.

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iamo andati a New York, all’Ed Sullivan Theatre di Broadway, set del Late Show with David Letterman, a scoprire i segreti del programma più amato d’America, giunto al 27esimo anno di vita (prima era sulla Nbc). Il primo, vero segreto di David è il pubblico in studio. Nascosti nella platea, abbiamo capito perché Letterman è Letterman. Di solito il pubblico, prima della registrazione o di una diretta, viene “scaldato” da un intrattenitore. Qui la parola “scaldare” è riduttiva.

Viene fatto una specie di lavaggio del cervello, in senso buono però. «Non importa se avete problemi di lavoro, con i figli, se fuori nevica o piove», urla un ragazzetto brillante alla gente prima dell’ingresso in sala, «ora passerete l’ora più bella della vostra giornata e dovete divertirvi. Siete allo show di David Letterman. E non lo guarderete in mutande davanti alla tv, siete qui, in studio, siete dei privilegiati!».

A David bisogna dare energia, perché «come Popeye e voi siete gli spinaci, una volta c’era un tipo moscio in prima fila e Letterman si è chiuso in camerino furibondo». Il tizio brillante fa anche una sorta di “prova” per vedere la reazione alle battute che in studio farà il conduttore. E poi ordina alla gente: «Se volete andare a fare la pipì, ora o mai più».

A questo punto il pubblico entra in sala. Cittadini di Manhattan e famiglie intere dall’Ohio. Come ci aspettavamo, la temperatura si avvicina al freddo polare. Pare sia fatto apposta per invogliare la gente a scaldarsi agitandosi e applaudendo le mani con più entusiasmo. Così vuole la leggenda popolare. Altro mito: David avrebbe a disposizione un numero record di 52 autori, che ogni mattina gli preparano le battute e lui dice: «Questa sì, questa no».

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Comunque sia. Dopo il ragazzotto “incitatore”, pochi minuti prima della diretta sale un signore sul palco mentre la lucidatrice fa brillare il pavimento blu della sala. Questo signore, pure lui, ha il compito di fomentare il pubblico. «Coraggio, divertitevi, Letterman sta arrivando», come se ci fosse ancora bisogno di surriscaldare gli animi.

E poi, eccolo, arriva lui, calza bianca, giacca, cravatta e i soliti occhiali. Se in quel momento fosse entrato Brad Pitt o Obama la gente li avrebbe accolti con meno entusiasmo. L’anchorman carica di nuovo il pubblico, scherza con un tizio venuto dal South Carolina (ma chi è quella vicino a te, l’amante?) e poi va in onda. Parte con il consueto monologo. Scopriamo che legge il gobbo. Ma un gobbo molto più “intelligente” rispetto ai nostri, piazzati talmente lontano dalle telecamere da far sembrare strabici i conduttori che lo usano.

Questo mini gobbo è sistemato a mezzo centimetro dal monitor, che a sua volta è vicinissimo a Letterman. «Amy Winehouse è stata arrestata perché ha picchiato una fan. Consiglio a Amy: la prima che dovrebbe picchiare è la sua parrucchiera», e poi battute su PittJolie, Bush, Clinton, Alex Rodriguez e Madonna. Pezzo cult della trasmissione è la band fatta di sessantenni, capitanata dal pelato Paul Shaffer, spalla del conduttore dal 1982.

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La scelta degli ospiti, quelli non famosissimi, è geniale. Da lui va gente assurda che fa sedere sui divanetti di legno, antichissimi, modello Mercatone Uno, mitologici. C’è il famoso dietologo e David pensa bene di prendere un tipo grasso dal pubblico, tale George, di pesarlo e di far promettere al medico di alleggerirlo di una 20 chili; c’è il comico emergente inglese Russel Brand, noto per aver portato in diretta su Mtv il suo spacciatore e per essersi vestito il 12 settembre 2001, sempre su Mtv, da Osama Bin Laden, gesto che gli costò l’immediato licenziamento; c’è lo zoologo che porta in studio cuccioli di tigre, piccoli esemplari jene e una tartaruga dal collo lunghissimo.

Sarà anche più “fico” John Stewart, ma Letterman ha sempre un gran fascino. Anche se ieri si dice non fosse di ottimo umore: il rivale Jay Leno aveva ospite il “suo” Obama. Uno smacco per il democratico David. Ma pazienza, Letterman ha il ciccione George

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Quotidiano Libero, marzo 2009.

 

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