Prima regola: imparare ad accettare i complimenti

8 Apr

Sto leggendo un bel libro. L’anno del sì di Shonda Rhimes, una delle donne più potenti della tv, creatrice di Grey’s Anatomy, Scandal e Le regole del delitto perfetto. In soldoni, l’autrice televisiva scrive che nonostante il suo successo era infelice. E che per uscire dalla sua infelicità ha provato a dire “sì” per un anno a tutto, proprio lei che non diceva altro che “no”, che si chiudeva in casa ad anestetizzarsi di cibo ed evitare le sfide difficili per pigrizia e paura.

Il mondo che le si è aperto davanti dicendo semplicemente di sì è stato impressionante. Tra le varie cose a cui diceva sempre di no, o meglio evitava, e rispondeva “non è vero”, ci sono i complimenti. Spesso succede che quando qualcuno ci fa un complimento crediamo sia falso, con un doppio fine, ruffiano.

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Shonda dice alcune parole che mi hanno fatto riflettere e che condivido.

“Nessuno è tenuto a farvi un complimento, lo fa per gentilezza, lo fa perché vuole farlo. Lo fa perché crede nel complimento che vi stanno facendo. Quindi, quando muovete obiezioni a un complimento di qualcuno, gli state dicendo che sbaglia. Gli state dicendo che ha sprecato il suo tempo. State mettendo in discussione i suoi gusti e la sua capacità di giudizio. Lo state insultando. Se qualcuno desidera farvi un complimento, lasciateglielo fare”.

E quindi? “Ringraziare, sorridere, chiudere il becco”.

Oggi i complimenti si fanno (anche) con i “like”. I “mi piace” su Facebook e Instagram. O con qualche commento carino su Facebook e Instagram. Sono anch’essi complimenti, anche se fanno più piacere quelli di un collega, di un marito o di uno sconosciuto in ascensore. A volte ci si accontenta di un “mi piace”. E va bene. Sinceramente ho sempre pensato che fosse un gesto automatico di un fancazzista da tastiera. Può essere. Ma magari è sentito.

Quindi, sorridere, ringraziare e chiudere il becco.

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