Revenant, un’agonia senza fine
8 Feb
Avevo giurato che non sarei andata a vedere Revenant, ma non ce l’ho fatta. Al cinema sono parecchio impressionabile, non sopporto la violenza, sto male fisicamente; per questa ragione, ad esempio, ho dovuto abbandonare subito Trono di Spade, non lo reggevo.
Forse questa mia debolezza ha origini lontane, forse è vero che la causa dei problemi degli adulti va scavata tra i traumi infantili: penso che tutto abbia avuto inizio quando a 5 anni la mia baby sitter mi fece vedere Piranha Paura di James Cameron. Almeno credo.
Insomma, alla fine a vedere Revenant ci sono andata e me ne sono parecchio pentita, a parte il fatto che ero in deliziosa compagnia. Per me è stata un’agonia lunghissima e senza fine: dalla scena dell’attacco iniziale alla lotta di DiCaprio con l’orso, da quando Leo mangia fegato di bue e vomita (pare che sia successo veramente) a quando entra nella carcassa del cavallo morto (altro fatto davvero successo sul set). Certo che apprezzo le doti recitative di Leolino, ma vi posso assicurare che mi bastavano abbondantemente quelle esibite in The Wolf of Wall Street e The Aviator. Insomma, davvero occorreva passare sei mesi a meno 30 gradi sotto zero, guadare un fiume ghiacciato e mangiare fegati per conquistare (e magari non riuscirci) un premio Oscar? Stiamo davvero parlando di qualità di attore o forse siamo più nel campo della resistenza fisica e della sopravvivenza alla Bear Grylls? Io ho i miei dubbi.
Di certo l’ex divo di Titanic se andasse all’Isola dei famosi vincerebbe a man bassa, ma non penso che questo rientri tra i suoi obbiettivi imminenti. Il film di Inarritu, che già lo scorso anno vinse l’Oscar con Birdman, al netto del fatto che non è il mio genere e che l’ho odiato, è un bel film. Le due scene che ho citato prima valgono il prezzo del biglietto, e poi i paesaggi del Canada e dell’Argentina, il grande Leo, e anche il cattivo intepretato da Tom Hardy.
La storia si ispira parzialmente alla vita del cacciatore di pelli Hugh Glass, che nel 1823, durante una spedizione commerciale nei territori dove nasce il Missouri, fu abbandonato in fin di vita dai suoi compagni, riuscendo a sopravvivere. Un film per palati forti.
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