Riflessioni sul senso di colpa

7 Nov

Ammetto di avere parecchie debolezze, ma tra queste non ho una particolare predisposizione al senso di colpa. Nel senso che è lontanissimo da me fare del male a qualcuno, piuttosto lo faccio a me stessa, quindi è difficile che mi senta in colpa per qualche cosa. Invece ho notato che gli uomini, in particolare, hanno sempre in bocca la parola “senso di colpa” quando però non fanno nulla per evitare di averlo. Tradiscono, mentono, restano in situazioni che non amano, omettono, sbagliano, poi si sentono in colpa. E frignano. Ma allora perché fate tutti questi errori? Non sarebbe più semplice evitarli? Il marito di una persona che conosco dice che non lascia la moglie, pur non amandola più, perché si sente in colpa. Restare con una persona che non ti rende felice e che quindi, ovviamente, non puoi rendere felice, ti fa sentire meno in colpa, invece? Per me è un mistero più fitto del volto di Donatella Versace.

Una persona saggia mi ha scritto: “Non esiste il senso di colpa, è solo il dispiacere per la parte di noi che abbiamo messo, e lasciato, nell’altro. E’ questo il dolore vero che chiamiamo senso di colpa”.

Col senso di colpa si costruiscono intere storie d’amore. Ci si sente in difetto allora si bilancia dando qualcosa in cambio. Però non si è soddisfatti, quindi si ricade nell’errore, in modo recidivo, come un circolo vizioso. E via così. Ma poi prima o poi le cose scoppiano, e tutti si fanno del male. Per me i soggetti inclini al senso di colpa sono i più pericolosi al mondo.

Peggio di loro solo chi inculca – quasi per missione – il senso di colpa negli altri. In modo subdolo e manipolatorio.

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