Sanremo, serata cover: la Pagella dei famosi

5 Mar

10) Arisa e Michele Bravi, un duetto da brivido sulle note di Dimmi Quando (di solito Pino Daniele lo può cantare solo Pino Daniele). Lui meritava un posto in gara invece di qualcuno (Bugo, ad esempio).

9) Lo Stato Sociale. Hanno il grandissimo merito di aver portato sul palco il lavoratori dello spettacolo, a cui questo Sanremo ha dedicato davvero troppo poco spazio e momenti di riflessione.

8) Fiorello. Davvero non gli si può dire nulla. Gli ascolti saranno pure calati ma lui e Amadeus non potevano fare meglio.

7) Orietta Berti. In onda dalle dieci di mattina nei vari contenitori Rai alla notte (a 77 anni), sempre esagerata, kitsch, dà lezioni di intonazione ai vari giovani che si avvalgono di aiutini, è infaticabile. Un raggio di sole in questo Sanremo. Se si spogliasse, forse salverebbe pure gli ascolti della kermesse.

6) Nesli e Fasma, dopo l’intoppo iniziale con il microfono: La Fine è una delle canzoni più belle di Tiziano Ferro e loro non l’hanno rovinata.

5) Manuel Agnelli con il gilet da Sandokan. Però con Damiano dei Maneskin – uno dei migliori in campo – la coppia rock era perfetta.

4) Bugo. Voce non pervenuta. Nel duetto con i Pinguini Tattici Nucleari, questi ultimi al suo confronto sembravano Pavarotti.

La top model 22enne Vittoria Ceretti

3) La top model Vittoria Ceretti. Erano partiti bene con le talentuose Elodie e Matilda De Angelis, poi sono caduti sulla top model inutilmente decorativa e leziosa. Motivo: dovevano trovare in tempi record un rimpiazzo per Naomi Campbell, e tant’è.

2) I fonici Rai. In un Festival pieno di difficoltà mancava solo il microfono di Fasma che non funzionava durante il duetto con Nesli. Ora l’addetto all’audio pare sia cercando un impiego come ryder per Foodora, almeno lo speriamo per lui.

  1. La durata. Non possono tirare fino alle 2 di notte per alzare lo share, 26 cantanti in gara sono oggettivamente troppi. Si diano una regolata, va bene che siamo tutti in casa e la pandemia impazza, ma c’è ancora qualcuno che il giorno dopo lavora.

di Alessandra Menzani

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