Senza Berlusconi si ammosciano i talk show. Soprattutto Santoro

27 Set

Il mio articolo su Libero sulla crisi di Santoro e di tutti i talk show.

A Santoro va dato atto, da grande uomo di tv, di essere lungimirante. Dice che la gente ha ormai la nausea dei talk show e che per lui sarà l’ultimo anno, e ci prende in pieno: gli ascolti, nella puntata d’esordio della stagione, si sono dimezzati e lui sembra aver perso la voglia, o il tocco magico.
Giovedì è successo quello che negli anni scorsi sarebbe stato impensabile, ossia che il talk show principe della tv sia stato, se non battuto totalmente,  molto infastidito da un programma concorrente ma dall’orientamento politico opposto. La prima puntata di Servizio Pubblico, con Travaglio, Vauro e Sabina Guzzanti, ha totalizzato un milione e 200 mila persone, share del 5.78% su La7; Nicola Porro a Virus su Raidue 910 mila telespettori con il 4.02%. Meno, certo, ma bisogna considerare che il programma di Santoro è avvantaggiato dalla maggiore durata.

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E se si confronta la fascia fino alle 22.30, quello che risulta vincente è Porro. E come sempre, quando il vento gira, a peggiorare le cose arriva anche la sfortuna. La puntata di Santoro era costruita su De Magistris, peccato che il giorno prima il sindaco di Napoli sia stato condannato e quindi abbia preferito marcare visita all’ultimo. Capita, soprattutto se si punta sui cavalli sbagliati…
Santoro ha perso un milione e duecentomila fan rispetto all’esordio del 2013 (aveva registrato l’11,4%). Non è che sia improvvisamente diventato incapace di condurre, per carità. Ci sono diverse ragioni dietro la crisi. L’overdose di talk è sicuramente una di quelle: in tv mancano i soldi, i talk sono il genere meno costoso (basta mettere quattro ospiti in uno studio ed è fatto) quindi ogni canale lo cosparge nel palinsesto come il prezzemolo, di conseguenza diventa una formula abusata e ripetitiva. Servizio pubblico, poi, paga la concorrenza del talent dalle uova d’oro X factor, che l’altra sera ha toccato uno stupefacente 3.5% su Sky, che ha ottenuto pari numero di spettatori rispetto a La7 e più di Raitre. Ma è evidente che il punto non è solo questo. Il Santoro di oggi ha meno armi rispetto al Santoro di ieri. Gli manca il bersaglio, Silvio Berlusconi. L’obiettivo da colpire. L’antiberlusconismo era il centro della corrida di Michele e della sua banda: Santoro era il torero pronto a infilzare l’animale politico di turno, già mezzo morente per il servizio di apertura. Anche Porro, rimamendo nella sfida del giovedì sera, ha scelto il suo obiettivo, solo che l’ha centrato, perché era quello giusto: i sindacati, la sinistra Pd che piace a Santoro e Vauro.

NicolaPorro

Agli operai e cassintegrati furenti che il vecchio Michele esibiva, Porro, che in studio aveva, tra gli altri, Belpietro, Fassina e Cofferati, ha replicato con imprenditori vessati e vittime della Cgil, e ha fatto centro perché la crisi ha cambiato lo scenario, le richieste e l’umore del pubblico.
Da Santoro, comunque, ci si aspettava di più, nella moria generale dei programmi di informazione politica. Più di Giovanni Floris, che su La7 compensa gli scarsi ascolti con la quantità di programmi che conduce, tanto che su Twitter è nato il profilo satirico Florisconducetutto in cui lui è piazzato, con fotomontaggi, anche a Uomini e donne al posto dei tronisti ed Affari tuoi al posto dei pacchi. Il programma che anticipa il Tg7, Diciannove e quaranta, è stato sospeso e superava di poco l’1%; messo a Otto e mezzo al posto della Gruber ha racimolato il 4.1% (nell’ultima puntata); nell’anti-Ballarò diMartedì ha fatto il 3,47% della prima puntata e il 4,23% nella seconda.
Il nuovo Ballarò, poi, è un grosso guaio per la Rai intera. La trasmissione affidata, tra le polemiche, a un esterno come Massimo Giannini, considerato poco televisivo, anticipata da un battage «sanremese», era partita in modo incoraggiante, oltre l’11%. Ma la settimana successiva il pubblico si è dimezzato. E se il lunedì i pur diversissimi Piazzapulita di Corrado Formigli e Quinta colonna di Paolo Del Debbio si rubano ascolti a vicenda, gongola Luca Telese in seconda serata su Canale 5. In un panorama tv in cui un risultato a doppia cifra merita di essere festeggiato, nelle prime tre puntate del 2014 Matrix registra una media del 10%. Lo scorso anno la media era del 6.7%.
E oggi registrare un segno «+» è quasi un miracolo.

luca-telese

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