E se le corna fossero una necessità?
22 Mag
Alcune circostanze della vita mi impongono una riflessione seria ma non tradizionale sulle corna. Sui tradimenti, sulle scappatelle, ecc. Praticamente ovunque io mi giri, dal cerchio dei conoscenti ai colleghi di lavoro, che conosco più o meno da vicino, vengo a conoscenza di storie in cui lui ha una doppia vita da anni, o lei porta avanti chat erotiche con uno che non è il suo compagno, amori con uomini sposati, signori che fanno figli e intanto si intrattengono con le segretarie. Ci ho riflettuto bene: a conti fatti saranno due o tre al massimo le persone che conosco non toccate (per quanto ne so) da faccende di corna. Fatte o subìte.
La mia non è ovviamente una statistica esatta ma un’idea chiara la dà. E oltretutto non vedo nessun tipo di senso di colpa negli occhi di chi tradisce. Ma al di là del giudizio morale, che non mi interessa, vorrei capire il perché, e una spiegazione me la sono data. Nel suo libro sulla fenomenologia delle corna I mariti delle altre, Guia Soncini compila una casistica dei “lui, lei, l’altra” ironica e interessante, ma non spiega perché la disinvoltura erotico/sentimentale sia quasi inevitabile.
Io penso questo: e se tradire fosse una necessità? Forse l’uomo e la donna sono individui talmente complessi e contraddittori che non riescono a trovare in una sola compagna/o tutto quello che li soddisfi e che cercano, così spulciano altrove un mezzo per esprimere quello che sono. Non mi piacciono le persone dalla doppia faccia ma ormai mi sto rassegnando al fatto che TUTTI hanno una doppia faccia, magari pure tripla. E non è colpa loro, sono nati così. La colpa, semmai, è quella di cedere alle tentazioni, ma come ho detto sospendo il giudizio morale. Insomma, se tutti tradiscono (o quantomeno la stragrande maggioranza) un motivo ci sarà. Sono deboli, certo, ma se quella di tradire è una necessità forte quasi quanto quella di respirare, forse bisogna essere più indulgenti.
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