Speciale Cannes/ Il nuovo film (dark) di Woody Allen

16 Mag

Luca Vinci per Libero

È il milionesimo film di Woody Allen a Cannes, è quasi un rituale. Buio in sala, schermo nero, e quei titoli sempre con lo stesso font, lo stesso carattere un po’ antico, composto. Come se il cinema fosse sempre la stessa cosa, come se non fosse cambiato poi molto, in questo spettacolo che continua ad affascinarci, in questo gioco tra Woody Allen e noi, lui che continua a raccontarci storie, noi che continuiamo a farcele raccontare, per cercare anche noi di trovare un senso, a questo caos che è la vita.
Perché i film di Woody Allen cercano, sempre e prima di tutto, di rispondere a questa domanda: che senso ha questo immenso caos assurdo che è la vita? Questo viaggio che mescola destino, desideri improvvisi, baci sotto la pioggia, corse verso un taxi, segreti e bugie, volti di donna, frasi di filosofi, bucce di banana del caso? Woody Allen ne sa quanto noi. Ma con i suoi film continua, alla fine dei conti, a farci ragionare sempre su questo. Con i suoi triangoli, i suoi valzer, i suoi minuetti di amori e disamori.

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Il film che ha presentato ieri a Cannes fuori concorso, Irrational Man, non fa eccezione. Intanto, diciamolo subito: è meglio di Magic in the Moonlight, ovviamente meglio di To Rome with Love. Anche se non è un capolavoro. Non appartiene al plotone dei film comici – e talvolta quasi grotteschi – di Woody, ma a quello dei drammi sentimentali, con finestra aperta sul destino. E ricorda, semmai, Match Point, il suo fortunato film di dieci anni fa.
Joaquin Phoenix è un professore di filosofia, disincantato, senza più voglia né di amare né di vivere, innamorato solo della bottiglia. Finisce a insegnare in un college di provincia americana, quella provincia nella quale tutto sembra a bagnomaria nella noia, nella mediocrità. La quarantenne sfiorita Parker Posey lo punta subito, cerca di imbastire un flirt con lui, svogliato, nichilista. E intanto, a mettere gli occhi su di lui e sul suo spleen c’è anche Emma Stone, studentessa così carina, così bellina, così fidanzata. Ma affascinata dal carisma sgualcito dell’uomo che sembra saperla lunga sulla filosofia, sull’amore e sulla vita.

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Poi accade qualcosa che cambia tutto. E che ovviamente non vi riveliamo. La pallina del destino si mette in moto, e i personaggi fanno cose che non ci aspetteremmo. Ma chi è nel giusto, chi è nel torto? E una ragazzina che vuole uscire dai suoi schemi, dalla sua vita di provincia, non sarà alla fine più annegata nelle sue certezze borghesi di quanto non voglia ammettere? Gli attori, come sempre con Woody Allen, sono fantastici: Emma Stone è bella, appassionante, una delle molte donne valorizzate a livelli stellari da Woody – come Scarlett Johansson in Match Point – e Joaquin Phoenix sembra avere l’anima stropicciata dall’inizio alla fine. Bergman, ovviamente, aleggia su quasi ogni dialogo, così come altri numi tutelari del ragazzino nato a Brooklyn ottant’anni fa – eh sì, sono ottanta: da Kierkegaard a Kant, da Husserl a Heidegger, passando da qualche citazione di storia dell’arte (Gauguin) e di letteratura (Anna Frank). Ma tutto sciolto sapientemente in una storia che si segue come un thriller di Hitchcock, e che ci fa innamorare di Emma Stone.

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Applausi per Woody, e applausi anche per il film in concorso The Lobster, del greco Yorgos Lanthimos: in un mondo agghiacciante, prossimo futuro, chi è rimasto single ha 45 giorni per trovarsi un compagno/a di vita, prima di essere trasformato in animale.
Parabola agghiacciante, perfetta sulle pressioni sociali che ci vogliono «in coppia». A qualcuno ha ricordato Her di Spike Jonze, a qualcuno più anziano anche I viaggiatori della sera con Ornella Vanoni, film di fantascienza girato a Lanzarote negli anni ’70. Comunque sia, quell’hotel dove i single devono passare gli ultimi giorni, sottoposti a regole terribili, prima della “trasformazione” è qualcosa di memorabile. C’è una pagina di Pier Vittorio Tondelli, in Camere separate, il suo ultimo libro, in cui lo scrittore racconta una delle vere, sottili discriminazioni nel mondo di oggi: quella verso i single. I single, al ristorante, hanno i tavoli peggiori, e vengono pressati perché liberino il posto in fretta. A volte viene da pensare, come nel film, che occorra mettersi con qualcuno, se no ci cacciano dal mondo. E fingiamo, anche con noi stessi, di esserci innamorati.

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