Tremenza al cinema / Rocketman è un film pacco, ma bravo Egerton
25 Mag
Non mi aveva entusiasmato Bohemian Rhapsody e non mi ha entusiasmato neppure Rocketman. E questo ovviamente non c’entra nulla con l’ammirazione (immensa) per Freddy Mercury ed Elton John.
Sulla scia del successo del biopic sui Queen, è arrivato a Cannes il film biografia del Baronetto 72enne. Sta per arrivare anche nei cinema italiani.
Ieri ero alla première milanese della pellicola, anticipata da un siparietto di Morgan e di Luca De Gennaro sulla figura dell’artista.
Siamo di fronte ad un’ opera cinematografica fortemente voluta dallo stesso Elton John, caso piuttosto insolito in questo tipo di realizzazioni artistiche, di solito pensate in sede postuma. Un film di due ore un po’ pesantuccio, va detto.
I costumi sono ovviamente bellissimi, e non ci voleva molto visto come si vestiva Elton John nei primi anni della sua carriera.
Molto buona anche la performance del protagonista Taron Egerton che canta veramente i brani di Elton John a differenza di Rami Malek quelli di Mercury. Rocketman è infatti un musical, e questo non è necessariamente un bene. A parte La La Land che ho amato, considero il genere un pacco mostruoso.
Ci sono alcune scene in Rocketman al limite del grottesco, come ad esempio quella in cui il protagonista canta il leggendario brano che dà il titolo al film. E’ la scena del tentato suicidio di Elton John in piscina e successiva rianimazione in ospedale. “Mah”, direbbe la mia amica Ivana.
L’infanzia a Londra con un padre assente e freddo, i primi passi nella musica, i successi americani, l’alcolismo, la tossicodipendenza, lo shopping compulsivo (l’unica cosa da cui non è guarita), la caduta e la rinascita. Il film racconta la vita di Elton John,fa luce sul personaggio ma l’analisi della persona – dell’uomo – non tocca il cuore.
Io non mi sono mai commossa, e tenete presente che di solito sono un rubinetto. Spettacolare, un po’ caricaturale, ridondante: questo è per me Rocketman.
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