Tremenza in viaggio /Diario della Malesia N.2

28 Ago

Gli spostamenti in Malesia sono abbastanza lunghi. Tre ore – minimo – sul pulmino per passare da un posto all’altro. Ma lo spettacolo è appagante. La cosa che mi colpisce di questo paese è la vegetazione. Il verde. Le piante. E non sono una che per la natura ha una particolare passione.

jshhqfCartina geografica della Malesia

Dopo l‘altopiano Cameron ci siamo spostati un giorno a Taman Negara, riserva naturalistica estesissima, e per ora è stata la giornata piu faticosa.

foto 2Taman Negara

Sveglia alle 5.30, bus, sosta, arrivo senza passare dall’hotel e, io che ero in jeans dato che la mattina faceva freddo, ho duvuto farmi la passeggiata nella jungla vestita come se andassi a lavorare. Si parte da una piattaforma sul fiume, e ci accomodiamo in una canoa che ci porta in un punto da dove parte il percorso di 800 metri a 10 metri di altezza, una sorta di ponticello ondulante che va da un albero all’altro. Per fortuna che tra le varie paure che ho non c’è quella dell altezza. Temo di piu la corrente d’ acqua.

fgauifhTaman Negara

E infatti poco dopo, quando abbiamo attraversato il fiume contro corrente, una sorta di rafting molto soft, quando la canoa si è incagliata in una roccia e l’omino local ci ha fatto scendere in mezzo alle rapide per disincagliarsi, indovinate l’unica che non è scesa? Io. Me la facevo sotto. In compenso la mia amica Valentina si è quasi frantumanta il menisco. Un momento che a posteriori è anche risultato comico se non fosse che ho perso 14 anni di vita che non so se mi verranno restituiti.

kfgauafh

Dopo il simil rafting abbiamo visitato una tribù locale che vive di caccia nelle capanne, gli uomini si sposano a 18 anni e a 28 hanno già 9 figli. Come gli italiani insomma. Situazioni così non mi sono mai piaciute molto, mi fanno sentire un po’ colonizzatrice in mezzo ai selvaggi, ma è comunque stato interessante vedere il locale accendere fuoco con un semplice bastone e uno spago. Dopo la cena (riso con curry piccante che mi ha infuocato il palato: meraviglioso) era prevista una seconda maratona nella giugla ma una provvodenziale pioggia modello Apocalisse ha frenato i nostri intenti bellicosi, così insieme alle galline siamo andati a letto prestissimo (in senso metaforico ma anche letterale: nel resort c’era un pollaio e il gallo ci ha svegliato alle 6).

foto 3Isole Perentian

Isole Perentian. Forse se fossi andata e tornata a nuoto in Thailandia ci avrei messo meno. Per arrivare al porticciolo che ci ha portato alle Isole Perentian, nella costa nord est della Malesia, dove trascorriamo due giorni, abbiamo affrontato un viaggio della speranza di undici ore e 43 minuti a bordo di un pulmino sui cui standard di sicurezza non metterei la mano sul fuoco, come dire. Ma la cosa tragicomica  è stato il fatto che l’autista, con evidenti tic motori,  ogni volta che glielo domandavamo rispondeva: “Mancano tre ore”. Peccato che alla fine fossero 4 volte tante. Riposatissimi, arrivati al porto ci immaginavamo una tranquilla crocieretta con vista mozzafiato. La vista c’era, per carità,  peccato che fossimo più concentrati a salvarci la vita. Il guidatore probabilmente si sentiva il Nico Rosberg dei mari visto che ha messo in piedi una specie di off shore clandestino a 170 nodi con tanto di musica tecno e turisti in che recitava l’ora pro nobis.

foto 5Isole Perentian

Il resort Coral View, comunque,  è carino. Il mare è molto bello, anche se dopo che la mia amica Costanza, laureata in biologia marina, ha annunciato di aver avvistato un baby shark, o squaletto, insomma una cosa rassicurante, dubito che farò ancora il bagno in mare. Non posso ripiegare sugli alcolici, comunque,  perché il villaggio è evidentemente piu rigido in fatto di osservanza del Corano: birra vino e simili sono banditi. Durante la notte ci sono i pipistrelli, noi abbiamo le stanze immerse nella foresta, con tanto di alberi che entrano nelle camere. Io in bagno ci ho trovato una rana (meglio dello scarafaggio delle Cameron). Ci sono anche delle specie di topo-scoiattolo e non escludo la presenza delle scimmie.

foto 4Isole Perentian

Il giorno dopo, finalmente, sveglia libera, relax totale, colazione, spiaggia e ovviamente prova del massaggio malese. Non ne avevo mai sentito parlare, è un massaggio normalissimo. Nella spiaggia c’è un servizio taxi che porta da un’isola all’altra. Insomma diciamo che ho recuperato sette dei sei anni persi nell’incidente della canoa. Entro la vacanza punto a raggiungere un decoroso pareggio. Durante una gitarella in barca abbiamo fatto sosta in una spiaggia incontaminata e deserta. Eravamo solo noi, la spiaggia e le palmette. Il Fulgo ha scagliato un cocco contro una roccia con più virulenza di Pappalardo che addentava il pesce vivo all’Isola dei famosi. Ora devo prendere il traghetto per la terraferma e vi saluto.

No comments yet

Leave a Reply