Recensione: “Under the skin” è un pacco, ma Scarlett è una visione

7 Set

In aereo ho visto Under the skin in lingua originale e la comprensione della storia non è stata ostile: in tutto il film avranno detto  sì e no  venti parole. Scarlett Johannason è un’aliena che scende sulla Scozia e, non si sa bene perché, ha la missione di sedurre quanti più uomini può (non le risulta difficile), condurli in un luogo sinistro e farli morire. A un certo punto, però, cerca di provare sentimenti umani: tenta di mangiare un pezzo di torta, fa sesso con un tizio, cose così.

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Diretto nel 2013 da Jonathan Glazen e basato sul romanzo di Michel Faber Sotto la pelle, il film è di una inconcludenza mostruosa. Ma come spesso accade quando c’è lei, basta contemplare Scarlett, qui in versione brunette, per rendere meno insopportabile la visione della pellicola. Trovo che la Johannson abbia un sex appeal devastante, qui è magnetica e direi brava. Anche quando recita con la sola voce (e che voce), come ha fatto in Her, riesce a fare sognare.

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