Alfonso Signorini dirige la Turandot, grande attesa al Festival Puccini

15 Mag

Il mio pezzo su Libero.

È il fustigatore delle celebrità ma anche il melomane che passa le sue notti studiando Mozart e Chopin.
È opinionista e conduttore tv ma anche un ex professore appassionato di latino che da ragazzo era un loggionista della Scala. È il direttore di Chi ma anche il biografo di Maria Callas. Tra le mille anime di Alfonso Signorini, quella colta è la più autentica. Solo la musica illumina i suoi occhi. «È la mia vita», dice.

 

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Stupisce, ma non poi tantissimo, che Signorini debutti alla regia di un’ opera teatrale, la «Turandot» di Giacomo Puccini, nella nuova stagione del Festival di Torre del Lago diretto da Alberto Veronesi. Proprio quella «Turandot» che il 7 dicembre ’83, a una Prima, lo fece quasi svenire tanto da impedirgli, per 30 anni, di assistere a una sua rappresentazione. «Il mio non fu uno spleen romantico», chiarisce, «ma un banale attacco di panico». Il debutto è previsto il 14 luglio, repliche il 23, 4 e 12 agosto. «Turandot», spiega Veronesi, «è l’ opera più enigmatica di Puccini, sospesa tra modernità e tradizione. È incompiuta: il compositore è morto prima di scrivere il finale». Racconta la fiaba della principessa Turandot, figlia dell’ Imperatore cinese, che da sanguinaria diventa un’ appassionata amante nella Città Proibita. Veronesi chiede alla Ricordi di riabilitare il finale di Janet McGuire, più rispettoso di Puccini.

Veronesi e Signorini sono amici da anni. L’ amore e la conoscenza di Alfonso per l’ opera emergono durante le loro cene. Signorini manifesta il sogno: mettersi al servizio della musica, cimentarsi nella regia. «Oggi si realizza», ammette, «certo non immaginavo che avrei iniziato proprio con la “Turandot”, il mio incubo. Una nemesi. O muoio o sarà una sfida che vincerò, come Calaf!».

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L’ opera di Puccini, con la scenografia di Carla Tolomeo, «non sarà un’ opera all’ avanguardia», giura Signorini, «fare morire Mimì di overdose nella Bohème per me non è essere moderni ma irrispettosi. Modernità è rendere fruibile, la mia “Turandot” è sospesa nel tempo. Le corbellerie registiche non mi appartengono». Sicuramente innovativa è la scelta di affidare i costumi a Fausto Puglisi, firma trasgressiva della moda, che ha curato i look di Michael Jackson, Madonna, Rihanna. «Ho accettato perché me lo ha chiesto Alfonso», dice Puglisi, «dal rock passo all’ opera, sono un po’ spaventato. L’ importante è che la gente, guardando il palco, possa sognare».
riproduzione riservata Alfonso Signorini.

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