Arabia Saudita, Qiddiya: la nuova città dello sport è oltre un film di fantascienza
5 Giu
Un saudita (o un’espatriata come me) che esce di casa la mattina e prende l’auto spesso si trova davanti a qualcosa che il giorno prima non c’era.
Canteri che appaiono, palazzi che scompaiono, un nuovo locale, un nuovo megaprogetto, tirano su intere città come fossero tasselli di Lego. Non a caso, quando imposti una destinazione su Google Map, il navigatore spesso impazzisce. Sembra che non si diano mai pace.
Per forza. Da quando c’è al potere il giovane principe adorato dai trentenni Mohammed Bin Salman (Mbs), la sua Vision 2030 si propone di cambiare la faccia del Regno d’Arabia Saudita per una data che sembra lontana eppero’ incombe. Economia, tessuto sociale e culturale, affermazione delle donne, turismo: se tutto fila liscio, entro gli anni 30 la vecchia Arabia Saudita non esisterà più.
E si costruisce, si costruisce ogni giorno. Neom, il progetto della città del futuro in un’area del Nord in cui ora non c’è nulla, è noto: 500 miliardi di dollari di investimento, una megalopoli 33 volte più grande di New York, una specie di stato semi-autonomo iper tecnologico con grattacieli gemelli di 500 metri che si estendono orizzontalmente per decine di miglia e un treno sotterraneo per raggiungerli, come abbiamo letto su Dagospia. Neom è la crasi della parola greca neos, nuovo, e di mustaqbal, che in arabo significa “futuro”.
Poi c’è Qiddiya, che candida a essere la capitale saudita (e magari mondiale) del divertimento, dello sport e dell’arte. Ogni tipo di disciplina, nelle ambizioni dei regnanti, avrà qui spazi e tecnologie senza precedenti. Il principe, principale stakeolder del progetto al via nel 2019, come scrive Alessandra Serafini sul sempre informatissimo Italian Business Group, avrebbe detto: “Qualunque cosa ci sia nei vostri desideri più sfrenati e nei desideri, realizziamolo con Qiddiya”.
Immediatamente si pensa alla legalizzazione dell’alcol, ma non è così. L’approdo degli alcolici per attirare il turista – la prima cosa cui si pensiamo noi goderecci – sembra ancora molto lontano, nonostante indiscrezioni e false speranze, come ha chiarito ufficialmente pochi giorni fa la principessa Haifa Mohammmed Al-Saud, assistente del ministro del Turismo: “Le leggi non cambiano”. Cocktail a parte, nei 334 kmq di estensione, dunque il doppio di Disney World di Orlando, ci sarà di tutto e di più: parchi acquatici, circuiti di moto, un campo da golf in mezzo al deserto, locali, negozi, pista da sci, uno stadio per concerti, il velodromo e l’ippodromo. Manca solo la base spaziale e siamo certi che di questi tempi si correrà presto a colmare la lacuna.
Qui il video di presentazione di Qiddiya, impressionante.
I tre minuti di clip tratta dal sito ufficiale ricordano scene di film di fantascienza Usa come Interstellar. Il progetto si trova circa a quaranta chilometri da Riyad, la capitale, in mezzo al deserto, in una zona circondata da un massiccio roccioso di grande impatto scenico: non a caso sarà lo sfondo dell’anfiteatro all’aperto.
Il MdlBeast ha l’ambizione di diventare per “la meglio gioventù” saudita una sorta di Coachella, l’evento musicale californiano più desiderato da star e influencer mondiali; il Gran Premio di Formula 1, che ha debuttato in Arabia Saudita alla fine del 2021 alla Corniche di Jeddah, dovrebbe trasferirsi qui in pianta stabile entro tre anni. Lo stadio ospiterà match internazionali come la Super Coppa, troveranno un nuovo paradiso anche la boxe, il wrestling, il ciclismo, il golf e la vela, con strutture immense ed eco-sostenibili: la salute fisica è uno dei punti fondamentali della nuova politica del Ksa, non dimentichiamo che nel Paese l’incidenza del diabete, anche tra i bambini, è sempre stata una piaga sociale.
La cultura troverà spazio nel teatro da 2000 posti, scuole di recitazione e di arte, cinema. Il ministro della cultura ha firmato un accordo con il canadese Cirque du Soleil per investire in talenti sauditi e creare lavoro. Questa città dello sport è finanziata totalemente dal Public Investment Fund, il principe finanzia mentre la direzione operativa è affidata all’ex numero uno di Walt Disney attraction Japan.
“Questo progetto è un ecosistema creato dall’uomo che è il più vicino all’utopia di quanto si osi immaginare”, tuona l’architetto danese Bjarke Ingels che lo progetta e ovviamente tira l’acqua al suo mulino. Ma non va lontano dalla realtà. Sogna che i bambini del mondo un giorno non dicano più “mamma, portami a Disneyland” ma “portami a Qiddiya”.
Ci saranno le montagne russe più lunghe al mondo nel parco di divertimento Six Flags Qiddiya, che costerà 1 bilione di dollari. Il parco acquatico iniziato 3 anni fa sarà invece progettato dalla società di Orlando (Florida) Falcon’s Creative Group: 22 attrazioni, 17 locali per drink e cibo, nove zone dedicate agli animali locali.
Manca solo un drink per festeggiare. Per quello, tocca attendere.
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