Le barzellette gay: non fanno ridere ma l’omofobia è un’altra cosa

19 Ago

Il mio articolo pubblicato oggi da Libero sulla bufera delle barzellette gay pubblicate dal settimanale Visto diretto da Roberto Alessi.

Premessa. A giudicare dalle poche anticipazioni sull’iniziativa editoriale che allega al settimanale Visto un libricino denominato Le migliori barzellette sui gay, tali freddure fanno pena. «Ti va di giocare a nascondino?», chiede un tizio, versione fumetto, con lo scollo a V aderente. E l’amico, con la manina all’insù: «Ok, se mi trovi mi puoi violentare, se non mi trovi…sono nell’armadio». Diciamo che l’allegro volumetto difficilmente vincerà il Nobel della Letteratura per l’umorismo; da qui a dire, o solo pensare, che la battaglia per i diritti civili degli omosessuali sia in pericolo e che l’omofobia in Italia conoscerà un picco improvviso a causa di queste battute mal partorite, fa parecchio ridere. Più delle barzellette stesse.

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La dimostrazione empirica che in Italia si può scherzare su tutto tranne che sui gay è arrivata ieri. Si può sfottere il Papa con imitazioni più o meno riuscite (da Ballantini a Crozza), fare vignette sui cardinali, si possono deridere carabinieri, avvocati, suore, preti, comunisti, fascisti, Totti, la statura di Berlusconi o di Brunetta, la culona della Merkel, le Milf, i tedeschi e gli inglesi nelle storiche barzellette che abbiamo sentito dalle elementari, ma i gay sono intoccabili.
Cosa è successo? Il settimanale Visto ha deciso di allegare al prossimo numero della rivista un libretto del 2012, pubblicato da Edizioni e Comunicazione nella collana Come fare ridere (online si trova in vendita a 4,99 euro), Le migliori barzellette gay. Della stessa «famiglia» esistono le freddure sul sesso e la coppia, sui dottori, su preti e suore, sui carabinieri e su Totti, e con le storielle raccontate da e su Berlusconi, dagli ebrei sugli ebrei. Non abbiamo potuto consultare il volume nella sua interezza (l’edicolante ci ha detto che uscirà nei prossimi giorni) ma a giudicare dall’anticipazione ci sentiamo di affermare che queste battute sono sicuramente perdibili.

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L’operazione dovrebbe suscitare al massimo l’indifferenza. Che si scomodino parole come «omofobia» e che nascano delle petizioni online appare francamente ridicolo. Invece… Sui social network è scoppiata l’ira. «I rotocalchi che ci meritiamo. Complimenti», «Mai vista una schifezza del genere». Su Change.org sono state lanciate due petizioni, una anche di Gaia Italia, rivolte alla redazione e al direttore del rotocalco, Roberto Alessi: «Per impedire la diffusione del pregiudizio e del dileggio discriminatorio contro le persone omosessuali. Se l’editore e la redazione si scusano con i lettori e le lettrici e ritirano l’allegato omofobo dimostrano correttezza e civiltà nei riguardi di milioni di persone». E poi inviti a boicottare la rivista, allarmi contro il pericolo di sostegno al bullismo, mancava poco che il libricino delle barzellette sceme fosse ritenuto responsabile dei bombardamenti a Gaza o dell’esondazione del Seveso.

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Fatto anomalo: il mondo gay, di solito compatto, è inaspettatamente diviso sulla questione. L’Arcigay tuona: «Bieca operazione che trae profitto dall’ipocrisia. Direttore e editore sono degli irresponsabili». C’è chi si vede demonizzato dalle freddure e dall’esistenza delle barzellette sulla categoria, c’è chi reagisce diversamente: «Invece di scandalizzarsi per un libricino non sarebbe il caso di impiegare lo stesso” impeto civico” su questioni più serie e sostanziali?», scrive Aldo. Inaspettata anche reazione di Roberto Alessi, direttore della testata (e anche di Novella 2000). «Non ne so niente: non è un’iniziativa redazionale, probabilmente è un’iniziativa che attiene alle politiche distributive di cui non mi occupo. Chiedo scusa in prima persona. Per quanto riguarda la posizione di Visto sul rispetto e la considerazione del mondo omosessuale basta leggere i nostri servizi, ultimo quello della settimana scorsa sul vicesindaco di Viareggio o sull’impegno sociale di Vladimir Luxuria nel suo quartiere a Roma».

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Non si scusa, invece, Federico Silvestri, ad e direttore generale di Prs, società proprietaria di Visto, in precedenza edito dal gruppo Rcs. «Difendo e rivendico la scelta di allegare a Visto opere di barzellette su varie tematiche, tra le quali anche i gay, che non sono più un argomento tabù. A discriminare, piuttosto, è chi pensa il contrario. Sto seguendo con enorme sorpresa il montare di questa polemica, assolutamente artefatta e fuori luogo. Abbiamo deciso di abbinare alla rivista dieci titoli di barzellette sulle tematiche “classiche”, da Pierino ai carabinieri allo sport. Mi chiedo dunque perché ci si indigni per i gay e non per i carabinieri o le mogli tradite. Respingo con forza la polemica, anzi la rivolgo a chi la monta: sono loro che discriminano».
Forse in questi casi l’ago della bilancia è la qualità della satira. Al momento l’unico ad aver messo d’accordo tutti è stato Checco Zalone con il capolavoro d’ironia Gli uomini sessuali. Lui faceva ridere, tutto qui.

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