Billions è una bomba: un’House of cards nel mondo della finanza

24 Gen

Alcuni giorni fa Sky ha annunciato un accordo con Showtime, il canale via cavo Usa che ultimamente sforna solo successi (da Homeland a Penny Dreadful) per la trasmissione in esclusiva di alcune serie importanti, come il nuovo Twin Peaks e Billions, tra le altre.

Bene, mi è capitato di vedere i minuti iniziali proprio di Billions, ambientata a New York nel mondo dell’alta finanza, con un cast di numeri uno capitanato da Paul Giamatti e Damian Lewis, rispettivamente premio Oscar ed Emmy. Giamatti è Chuck Rhoades, procuratore distrettuale cazzuto e  ambizioso; a un certo punto si decide a indagare su Bobby “Axe” Axelrod (Lewis), che all’apparenza è un benefattore, un filantropo che aiuta le vittime dell’11 settembre (tragedia in cui lui è sopravvissuto per miracolo), in realtà è uno squalo, re dei fondi speculativi e dalla dubbia condotta legale. Il problema è un conflitto di interessi non da poco: la moglie del procuratore lavora come psicologa proprio nell’azienda del “nemico” (e tra l’altro pare che la donna  guadagni otto volte tanto il marito) ma la cosa ferma fino a un certo punto il procuratore.

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Creata da Brian Koppelman e dal giornalista Andrew Ross Sorkin, autore del libro Too Big To Fall, Billions tratta il tema del momento, vedi anche La grande scommessa, ossia la finanza, un mondo misterioso, secondo qualcuno l’origine dei mali del mondo moderno. La serie, che non è assolutamente il solito legal-drama, nella sete di potere e soldi dei protagonisti mi ricorda House of cards, soprattutto per le figure femminili. La moglie di Rhoades infatti è una specie di Claire Underwood, ed è quasi più spregiudicata e ambiziosa del potente marito. E anche la consorte di Axe non è un’educanda se si tratta di ottenere gli obbiettivi che si propone di raggiungere.

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L’interpretazione dei protagonisti è magistrale, in particolare quella di Giamatti. Damian Lewis è doppio proprio come il personaggi che lo ha reso famoso sul piccolo schermo, il Tenente Nicholas Brody di Homeland.

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