Donne, lavoro, sessismo: rilassiamoci, “Nessuna è perfetta”
27 Set
Le donne sul lavoro sono penalizzate? E’ difficile per una bella impiegata o avvocatessa farsi prendere sul serio? Un complimento di un collega o di un capo è per forza una molestia? Eccetera eccetera. E’ difficile non parlare dei problemi delle donne sul lavoro senza sbandare nel femminismo.
Io devo ammettere di aver avuto quasi solo esperienze piacevoli. Ho sempre lavorato bene (benissimo) con le donne, e anche con gli uomini; non ho mai fatto carriera perché bella, brutta o raccomandata; se mi capita un atteggiamento audace sgradito mi faccio gli affari miei, rispondo con il lavoro e la serietà; il maschilismo divampante lo ignoro. Penso che chi guarda male, con pregiudizio o diffidenza una donna bella sul posto di lavoro, abbia lui stesso un problema, non la donna bella: un problema di insicurezza e bassa autostima. Chi è oggetto di tali sguardi non dovrebbe curarsi delle invidie altrui.
So però che ci sono anche esperienze non felici. Come quella della giornalista che ha lanciato il blog Il porco al lavoro, in cui racconta due anni e mezzo di malefatte di colleghi sessisti e disonesti.
Lei stessa, ha raccontato nel programma Nessuna è perfetta condotto da Maria Latella, su Radio 24 la domenica mattina, aveva chiesto un trasferimento ma pare che non sia stata accontentata perché non si è mostrata abbastanza “generosa” con il capo. E poi ha visto saltare una collaborazione importante perché il caporedattore, come lui stesso ama vantarsi, smette di fare lavorare e scrivere chi non cede ai suoi approcci. Un signore, insomma.
Maria Latella, in Nessuna è perfetta, esplora senza tabù esattamente questo mondo: le donne sul lavoro, le difficoltà, gli ostacoli, gli scivoloni, ma anche i consigli degli esperti per fare lo slalom tra questa e quell’altra ingiustizia.
Per esempio, ieri ci si chiedeva se l’avvocatessa londinese che aveva denunciato per molestie un collega che le aveva fatto un complimento sui social fosse stata giusta o troppo – diciamo – rigida. Sessismo o normale corteggiamento maschile? “Sessismo de che?”, ha tagliato corto l’agente provocatore della puntata Roberto D’Agostino: con la sua visione schiettamente cinica, ma realistica, tende a minimizzare gli eccessi maschili. “Non siamo perfetti”, dice lui riferendosi agli uomini, “sono cose normali”.
Si chiedeva a Mara Venier, ospite della trasmissione, se una donna bella è effettivamente in una posizione critica, ma lei giustamente diceva che è vero il contrario, che “la bellezza è un vantaggio, ma se non mostri tenacia, studio o talento duri poco”. E poi raccontava la proposta indecente di un produttore – o vieni a letto con me o non fai il film – che lei aveva elegantemente scavalcato grazie al regista, molto influente, che l’aveva imposta perché adatta al ruolo.
Essere furbe: questo è un altro trucchetto per evitare imbarazzi e digerire i veleni dei colleghi.
Maria Latella, secondo la quale essere multitasking, per una donna, “è una fregatura”, ha letto infine la lettera di una poveretta che ha l’ansia ogni volta che va in ufficio: “Vivo nella costante fatica di essere sotto giudizio. Negli occhi della gente leggo: sarà davvero brava o ha le porte aperte perché è carina”.
Io dico: perché devi farti carico tu dei problemi che hanno gli altri con la propria autostima? Tenerci così tanto al giudizio del prossimo è patologico tanto quanto un apprezzamento da osteria o una pacca sul didietro. Perché farci del male da sole?
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