Fargo 1 e 2 a confronto

29 Gen

Ho appena finito la seconda stagione di Fargo. Dopo tanto tempo, finalmente, una serie che mi ha soddisfatto, anzi che ha superato le mie aspettative.

A differenza di True Detective, la seconda stagione di questo noir in onda su Sky Atlantic e ispirato al film dei Cohen e ambientato in una cittadina innervata del Minnesota, è all’altezza della prima, secondo alcuni addirittura migliore. Sinceramente io ho leggermente preferito Fargo 1 per due motivi: secondo me la dose di humor (nero) era lievemente più marcata  e c’erano almeno due personaggi che ho amato, Maggie Solverson e il cattivissimo Lorne Malvo (Billy Bob Thornton).

Nella seconda stagione la quantità di violenza è maggiore, è più cupa, ma i momenti comici non mancano grazie alla grandiosa Peggy Blomqvist (Kirsten Dunst), parrucchiera svampita alla ricerca della “versione migliore di se stessa”, che vive immersa nelle riviste di moda e con il sogno di fare un seminario di autoconsapevolezza.

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Se Fargo 1 era ambientato nel 2006, qui siamo nel 1979. Le donne (come la stessa Peggy) cercano di ritagliarsi un ruolo nella società. Lo deve fare anche la vedova del boss locale, capo della famiglia mafiosa dei Gerhardt, che da due generazioni gestisce la piccola criminalità del Midwest. L’ictus di Otto Gerhard costringe la moglie a prendere in mano la situazione, con evidente disappunto dei figli e dei malavitosi locali che non vogliono essere comandati da una donna.

Ci sono solo due personaggi comuni a Fargo 1: la poliziotta Maggie qui ha solo 5 anni, vive con la madre gravemente malata e il padre, Lou Solverson, coraggioso agente, che abbiamo conosciuto nella prima stagione. Per il resto i personaggi sono diversi.

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Cronologicamente ambientata ventisette anni prima dei fatti raccontati nella prima stagione, ci troviamo a Luverne del 1979, in un’America di provincia ancora scossa dalla Guerra in Vietnam e dallo scandalo Watergate. Il sapore vintage è un altro ingrediente divino della serie.

L’incredibile sequenza di violenza e omicidi parte da un banale incidente. La sposina Peggy investe e uccide Rye, figlio minore del malavitosi Gerhard. Coperta dal marito Ed, decide di non andare alla polizia ma di “ripulire” la scena del delitto; da lì una serie infinita di bugie, omicidi e complicazioni. Anche perché, nel frattempo, la mafia di Kansas City mina ad espandersi nel territorio di Luverne.

Serie che merita un bel 10.

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