Operazione U.N.C.L.E.? Noioso, scimmiotta Tarantino ma fallisce

4 Set

Ambientazioni patinate, sapore vintage, costumi bellissimi, protagonisti bocciati, noia. E anche la storia, tutto sommato, non è avvincente: questo è in sintesi, secondo me, Operazione U.N.C.L.E, il film di spionaggio diretto da Guy Ritchie, ex Signor Madonna e regista di Lock and Stock e Sharlock Holmes. Uno che ci prova con tanto entusiasmo e impegno a scimmiottare Quentin Tarantino (persino nelle musiche) ma non ci riesce, per almeno un motivo principale: i dialoghi, che sono davvero scadenti.

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La storia, ambientata durante la Guerra Fredda, è quella di una spia russa e una della Cia impegnati a sottrarre i segreti nucleari a una famiglia di nobili filonazisti italiana (i Vinciguerra) e consegnarli alle rispettive agenzie. I due 007 sono interpretati rispettivamente da Henry Cavill ed Armie Hammer, che sembra facciano a gara per essere il meno espressivi e più stoccafisso possibile. Belli sono belli, ma hanno facce da triglia in umido. Nelle intenzioni, probabilmente, dovrebbero essere la parodia dei classici agenti segreti raccontati dai film, ma proprio non ce la fanno a essere cult. Più interessante, di gran lunga, Alicia Vikander, attrice emergente, il loro ostaggio tedesco. E soprattutto Hugh Grand nei panni dello 007 inglese. Il film è esteticamente bello, come una copertina di Vogue, ma barbosissimo.

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