Scandal e House of cards: il confronto (NO SPOILER)
2 Giu
Ho visto tutte le stagione di Scandal, idem di House of cards. Giuro, non spoilero. Mi hanno appassionato in ugual misura, ero attratta dalla tematica che è molto simile: la Casa Bianca, la politica, gli intrighi, il potere che si conquista più a colpi di ricatti che grazie al talento. Sono molto simili eppure diverse, ecco un confronto.
Stile.
Scandal ha un montaggio serratissimo e dialoghi veloci. Lo spettatore non ha un momento di relax (in particolare se la segue in inglese coi sottotitoli), deve stare attento per non perdere il filo.
House of cards è più lento, ci sono momenti di silenzio, in cui il pubblico può riflettere. Questo è motivato, credo, dalla maggiore dimensione psicologica della serie.
Storia.
Scandal. Tutto ruota intorno alla figura di Olivia Pope (Kerry Washington) e del presidente degli Stati Uniti Fitz Grant (Tony Goldwyn). Sono amanti, complici. Lei faceva parte dello staff della campagna elettorale e ha contribuito a creare in lui una figura vincente, poi vuole staccarsi da lui, e non sempre ci riesce. Il presidente è affiancato da Cyrys Beene (Jeff Perry), personaggio centrale, suo capo dello staff, l’unico davvero pronto a qualsiasi nefandezza per il potere. Il limite della serie è che a un certo punto diventa troppo irreale, troppi omicidi, fantapolitica, complotti e congiure surreali.
House of cards. Il protagonista è Frank Underwood (Kevin Spacey), ambizioso e astutissimo deputato degli Stati Uniti, che aver dopo la promessa, non mantenuta, di diventare Segretario di Stato, inizia la sua vendetta per fare fuori uno ad uno i responsabili del voltafaccia la sua escalation per conquistare sempre più potere nella gerarchia politica. La moglie Claire (Robin Wright) lo affianca in questa scalata.
Personaggi.
Scandal. A parte Cyrus, non c’è un vero cattivo. Gli altri personaggi negativi sono quasi tutti caricaturali, quindi un po’ farlocchi. Sono tutti ambigui, più o meno, passano al lato oscuro con qualche remora. Hai la sensazione che il bene trionfi, in qualche modo, alla fine. Anche se viene spesso infranta, la morale è presente.
House of cards. Underwood è cattivo al mille per mille. Ma in modo molto realistico, sotterraneo, subdolo. La moglie Claire ha più sfumature. Ogni tanto ha momenti di inaspettata umanità, ma poi torna ad essere calcolatrice, fredda, spietata. Con i tacchi 12 e i modi gentili. Il male trionfa quasi sempre. Lo spettatore non ha speranze. La maggior parte dei protagonisti non ha morale.
Love story.
Olivia e Fitz si amano. Il loro è anche un rapporto lavorativo, ma il legame è sincero. Sono amanti, hanno sensi di colpa, sono indivisibili eppure non riescono mai a stare insieme. Ragion di stato: lui è il presidente degli Stati Uniti.
Underwood e Claire: il loro è un sodalizio professionale e politico. Dicono di amarsi, ma suona strano. Sono unitissimi. Si raccontano i rispettivi tradimenti. Difficilmente entreranno in crisi davvero. Perché il progetto di vita è uno è chiaro: niente figli, solo potere.
Conclusioni.
Secondo me House of cards è una serie migliore rispetto a Scandal. Meno ruffiana, accattivante, consolatoria. E’ più cinica. Più sottile e credibile. In una parola: realistica (limite di Scandal). George Bush, grande fan, dice che la vita alla Casa Bianca non è poi così avvincente come raccontato in tv. Ma mi piacerebbe entrare nella testa dei politici italiani per sapere quanto c’è di vero nelle bassezze raccontate dalla serie.
Info di servizio. House of cards va in onda in Italia il mercoledì sera su Sky Atlantic; siamo alla prima stagione, in America è finita la seconda e si sta progettando la terza. Scandal è giunta alla terza stagione su Foxlife e in Usa. Anche Raitre ha iniziato a trasmetterla.
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