Tremenza da bere/ Sei giorni a Los Angeles

19 Lug

E’ la terza volta che vengo a Los Angeles, sempre per lavoro, ma questa volta ho aggiunto due giorni di vacanza. Non è una città semplice, è immensa, se non hai la macchina è difficile muoversi anche perché di taxi se ne vedono pochi (oggi il trend è Uber, ma solo se hai un cellulare americano). Però è stupenda, né più né meno di New York, semplicemente diversa. Tutti si svegliano presto e la sera i ristoranti alle 22 sono quasi vuoti.

Sunset Boulevard

Sunset Boulevard

Sono venuta con DeAKids, la tv del Gruppo De Agostini, che grazie a un accordo con Dreamworks trasmetterà in esclusiva serie animate come Le avventure del Gatto con gli stivali e Tutti pazzi di Re Julien, spin off di Madagascar.

La sede di Dreamworks, che abbiamo visitato, è un sogno: un campus immerso nel verde e nelle cascatelle, dove lavorano menti da tutto il mondo, dove è vietato fumare (come in tutta LA, o quasi) e si fa yoga all’aperto e si mangia sano.

Noi del press tour

Noi del press tour: Cinzia Romani (Il Giornale), Luca Dondoni (La Stampa), io, Giuliana Parabiago (Vogue sposa e Vogue bambini), Wilma Fassol, Francesco Facchinetti, Massimo Bruno, Luca Dellisanti e Camilla Manfredini di De Agostini)

La visita il giorno successivo al parco di divertimento degli Universal Studios è stata divertente, anche se nelle montagne russe (virtuali) dei Simpson e dei Minions e in quelle reali della Mummia ho quasi rimesso il mio leggerissimo pasto con pollo fritto e fries. Anche Francesco Facchinetti, che era con noi in quanto testimonial DeAKids, ha avuto lo stesso problema. Il mio amico Luca Dellisanti invece stava una favola.

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Con Luca Dondoni della Stampa prima delle montagne russe in 4D dei Minions: si sentivano anche gli schizzi d’acqua

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Agli Studi Universal. Da sinistra Massimo Bruno, Wilma, la moglie di Facchinetti, Facchinetti, io, PierFrancesco Gherardi, Luca Dondoni, Luca Dellisanti, Marina Cappa, Giuliana Parabiago e Camilla Manfredini

A Los Angeles ho mangiato benissimo. Ristoranti consigliassimi: Dominics, un mix tra americano e italiano con un giardino incantevole, e The Ivy, dal sapore francese, con caminetto, locale frequentato anche dalle Kardashian e dalle Hilton, tra gli altri. E poi Terroni, che come si può dedurre dal nome fa (eccellente) cucina italiana ed è meno expensive dei precedenti. Notevole anche il Pump, dove domenica ho fatto il brunch: è su Santa Monica Blvd, nella zona gay, vicino a San Vicente Blvd. Bene, i camerieri erano tutti uomini e tutti modelli, avevano magliette rosa e il locale era frequentato da vagolate di omosessuali e camionate di donne che ammiravano i modelli. Giardino fantastico, brunch buono.

Momento mondano della vacanza, la cena allo mitico Chateau Marmont, quello dove ci ha lasciati John Belushi: qui abbiamo incontrato Ed Warwick di Gossip Girl, Ian McKellen e Michael Sheen (che praticamente mi segue, visto che il giorno stesso lo avevo visto a W), gentilissimo nel concederci un selfie. Sheen presentava Master of sex 3, che vedrò sicuramente (lui è super sexy).

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Io, Michael Sheen, Camilla e Danilo

Le nove ore di fuso orario mi hanno provocato anche un piccolo infortunio: la prima mattina sono rovinosamente caduta per strada come un’ottuagenaria. Mi sono ripresa dal fuso praticamente oggi che devo partire.

La carta di credito è stata abbondantemente strisciata: a Melrose ho avuto attimi di esaltazione (anche perché sono entrata in un negozio di magliette che tra i clienti ha Ryan Gosling), meno al Mall The Grove, molto piccolo, forse perché avevo ancora in mente il Dubai Mall che per visitarlo interamente occorrono due giorni. Delusa anche dal Beverly Center. Rodeo Drive va vista anche se con Gucci, Prada, Hermes, è molto Via Montenapoleone, decisamente non il mio genere. Ma fa ridere.

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Al The Grove c’è il Farmer Market. Una specie di Mercato metropolitano in cui si mangia di tutto, molto carino (il sushi con cui ho pranzato è tra i migliori che io ricordi, infatti due giorni dopo ci sono tornata). Abbott Kinney, a Venice, paradiso sul mare rilassante, hippy, chic, meravigliosa, è una delle vie di shopping più belle che abbia mai visto, ma i prezzi sono esagerati.

Alcune foto di Venice.
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Una delle cose che mi piace meno di Los Angeles è Hollywood Boulevard con la nota Walk Of Fame, troppo trash e turistica. Ma da vedere almeno una volta. Lì c’è la chiesa di Scientology (o una delle sedi).

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Oltre a Venice, mi sono piaciute due cose: il museo Lamca, disegnato da Renzo Piano, otto edifici con opere antiche, moderne e contemporanee, da Worhol a Picasso, da Magritte all’arte islamica fino ai fotografi di oggi: bellissimo, ha poco da invidiare alla Tate di Londra e al Moma di New York. Fuori dal museo ci sono le famose lampade viste in tantissimi film.

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E poi Griffith Park, con l’osservatorio in cui si vede (quasi tutta) LA, da Downtown alla scritta Hollywood.

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Ho amato anche un’altra cosa di questa città che si apprezza di più ogni volta che si visita. Un piccolo, storico hotel in West Hollywood, il San Vicente Bungalow. Non è un posto a cinque stelle, ma è molto particolare. Con appartamenti in un micro giardino con piscina immerso negli alberi, nei fiori e nelle lanterne in cui esci dal tempo ed entri in un’altra dimensione.

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Un’altra cosa fantastica: Sunset Boulevard la mattina, quando il traffico non esiste e le luci sono splendide.

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In definitiva, non tradisco New York e Londra, le mie città preferite, per Los Angeles. Le metto a pari livello. Con la speranza di tornarci presto. In vacanza, con auto e con Malibu inclusa (il mio rimpianto).

 

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