Un’ ultima cosa sul vestito di Daniela Santanché

12 Dic

Lo so, arrivo dopo il camion dei gelati, ormai è passata una settimana da quella fantastica uscita in verde speranza di Daniela Santanché che ha ravvivato la Prima alla Scala 2015. Alcuni giorni fa la Pitonessa ha parlato del suo vestito, che definire brutto è offesa a tutti i vestiti brutti della storia della moda, a tutti le tutine di Manuela Arcuri e alle giacche di Cristiano Malgioglio, e si è “giustificata” dicendo che la gonna verde abbinata alla camicia bianca, al pellicciotto e al papillon (il vero tocco di classe) è costata solo 300 euro. Solo. Per me sono anche troppi. Voglio dire, se me li avessero dati 300 euro per presentarmi così alla Scala li avrei rifiutati. Li avrei rifiutati anche per indossarli da sola a casa, by the way.

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Ma tutti i miei pensieri, oltre ad immaginare la pubblicità che si è fatto il marchio Ultrachic dopo la vicenda, sono per un’altra persona. Per Alessando Sallusti. Voi immaginate la scena. Andate a prendere la vostra fidanzata e lei esce di casa così. Io avrei simulato la maledizione di Montezuma, come minimo, lui è rimasto al suo fianco, ed eroicamente l’ha accompagnata al Piermarini indossando anche un sorriso. Se questo non è amore…

Il direttore de Il Giornale, con ironia, ha detto successivamente intervistato dal programma radio Un giorno da pecora: “Non ho partecipato alla vestizione, me la sono trovata davanti vestita così e faceva un certo effetto”.

Qui, invece, l’intervista fatta dal Cittadino di Monza allo stilista autore del look della Santanché (che si dissocia leggermente dall’allestimento finale): leggi.

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